Quindici le domande che vengono poste a Consiglio di Stato e Municipi di Lugano e Capriasca dopo il provvedimento introdotto il 14 maggio
La strada cantonale tra Corticiasca e Scareglia, a partire dall'incrocio per Insone, è ormai chiusa a tempo indeterminato dal 14 maggio per questioni di sicurezza. Dopo le proteste alla posa delle transenne e la richiesta di risposte dalla politica (sia cantonale che comunale), arriva l'annunciata raccolta firme con una petizione indirizzata al Consiglio di Stato e ai Municipi di Lugano e Capriasca. Nel testo che accompagna la raccolta firme si ricorda che “questa strada, tormentata da sempre da frane e scoscendimenti di terreno, attraversa una zona geologicamente instabile, nota come frana del Lavinone, che è tornata a muoversi a causa delle forti e intense piogge della prima metà dello scorso mese di maggio”. A inizio anno la caduta di un blocco di roccia aveva causato la morte di un uomo a Cimadera.
Quindici le domande dei firmatari. A partire dagli “interventi di stabilizzazione e manutenzione” da realizzare “per garantire la sicurezza a lungo termine”, passando per “la posa di nuove reti paramassi e/o l'ampliamento di quelle esistenti a protezione delle strade”, fino alla “ripartizione delle competenze e degli oneri finanziari tra Comune/i e Cantone” e “all'analisi geologica su tutta la Valle”. Guardando al futuro, si vuole sapere se “sono previsti accorgimenti preventivi” in vista delle “eventuali nevicate invernali”. I firmatari vogliono inoltre sapere “la tempistica per la riapertura della strada” e lanciano un invito ad autorità cantonali e comunali, sollecitate a “incontrare l'Ufficio patriziale e la popolazione spiegando le diverse problematiche a Scareglia”. Nei prossimi giorni i formulari saranno recapitati a tutti i fuochi di Val Colla, Sonvico, Villa Luganese, Cadro, Corticiasca e Bidogno.