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Con un trapano svaligiano tre gioiellerie: due i condannati

I furti aggravati sono stati commessi in negozi di lusso a Lugano, ad Ascona e a Crans-Montana. Il bottino complessivo è stato di 311mila franchi

Diversi gli orologi rubati
(Ti-Press / Archivio)
22 luglio 2025
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È bastato un trapano con punta fresa per mettere a segno tre furti in gioiellerie e intascarsi un bottino di oltre 300mila franchi. Orologi di lusso, orecchini, bracciali e collane sono stati sottratti in occasione di colpi che hanno portato all’arresto e alla condanna di un 35enne e un 52enne, riconosciuti colpevoli di furto ripetuto aggravato, in parte tentato, danneggiamento ripetuto e violazione di domicilio, anch’essa in parte tentata.

Oltre ai furti avvenuti in via Pessina a Lugano (fine giugno 2024), Ascona (una settimana dopo) e Crans-Montana (settembre 2024), il 35enne è stato ritenuto colpevole anche di un furto in un negozio di abbigliamento di lusso a Coira nel maggio 2017. Il 52enne ha dovuto rispondere anche di un furto in un locale pubblico avvenuto nel luglio 2015. Per questi reati, entrambi i cittadini rumeni sono stati condannati dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dalla giudice Monica Sartori-Lombardi – giudici a latere Renata Loss Campana e Luca Zorzi –, a due anni di detenzione e sette di espulsione dalla Svizzera.

‘Una banda organizzata’

I due condannati hanno ammesso fin da subito le loro responsabilità, collaborando attivamente con gli inquirenti nella ricostruzione del modus operandi. In tutti e quattro gli episodi del 2024 – tre andati a segno e uno tentato a Montreux – agivano insieme: selezionavano le gioiellerie tramite internet, alloggiavano nei dintorni e svolgevano sopralluoghi per verificare che la merce restasse esposta in vetrina anche durante la notte. Una volta scelto l’obiettivo, foravano la vetrina con il trapano, infilavano la mano e arraffavano quanto possibile. In totale hanno rubato merce per 32mila franchi a Lugano, 217mila franchi ad Ascona e 61mila a Crans-Montana.

Secondo il procuratore generale sostituto Moreno Capella, «le modalità sono quelle di persone abituate al crimine. Hanno dimostrato una certa professionalità nel perforare vetrine molto resistenti, usando punte particolari, consapevoli che avrebbero funzionato per introdurre la mano». Capella ha sottolineato anche che «hanno scelto gioiellerie che, forse in modo imprudente, lasciavano la merce esposta in vetrina anche di notte». La pena proposta dal procuratore è stata di 32 mesi di detenzione più 7 anni di espulsione dalla Svizzera anche considerato che hanno «agito in banda in un tempo ristretto».

‘Collaborazione da premiare’

L’avvocato difensore Stefano Camponovo non ha contestato i fatti, essendo stati ammessi integralmente dai suoi assistiti. Tuttavia, ha richiesto una pena più contenuta – massimo 21 mesi –, ricordando come in casi recenti – come la recente sentenza inerente alle rapine ai distributori di benzina nel Mendrisiotto – siano state inflitte pene simili a quella proposta dal procuratore. Secondo Camponovo, la collaborazione prestata dai due imputati durante l’inchiesta dovrebbe essere premiata: «Il messaggio che deve passare è che, se si collabora con gli inquirenti, la Corte riconosce una pena inferiore». La Corte ha tenuto conto di questa collaborazione, ma anche del fatto che «il loro agire criminale si è interrotto solo con l’arresto», ha detto la giudice, nonché della reiterazione e dell’azione congiunta in banda.