Il presidente sezionale e consigliere comunale Massimo Dadò nega le accuse mosse dal complemento di ricorso sul credito da 4,7 milioni
«Non c’è nessun conflitto di interessi». Massimo Dadò, presidente del Partito liberale-radicale di Monteceneri e consigliere comunale, respinge le accuse che i privati che hanno interposto ricorso sulla risoluzione approvata dal Consiglio comunale (Cc) per la casa montana di Nante hanno mosso nei suoi confronti. Come anticipato, ricordiamo, i ricorrenti hanno presentato un complemento nel quale chiedono l’annullamento della decisione legislativa in quanto Dadò ha partecipato alla discussione dell’11 giugno sul tema e ha votato, questo pur essendo direttore di un’azienda che ha ricevuto un mandato da parte del Municipio proprio nell’ambito del contestato progetto, per il quale è in corso una raccolta firme per un referendum.
«Il mandato (di un importo contenuto, poco superiore ai 2’000 franchi, ndr) l’ho avuto nel 2023 e l’ho concluso. Sono passati quasi due anni... – ci spiega Dadò – avrebbero potuto parlarmi prima di fare il ricorso, anche perché il tema era già emerso sui social e già lì ho spiegato come stavano le cose». Dadò si dice tranquillo. «Sarà il Consiglio di Stato a verificare se c’è stato effettivamente un confitto di interessi o meno, ma io sono sereno: ho verificato anche con il mio avvocato. Prima della discussione e della votazione in Cc mi ero anche informato con il segretario comunale, che mi aveva rassicurato sul fatto che non sarei incorso in una violazione della Legge organica comunale. I contrari non hanno argomenti per criticare il progetto, perché è fatto bene, e allora si attaccano a tutto...». Il ricorso, ricordiamo, contesta anche il business plan e i finanziamenti presentati dall’Esecutivo nel messaggio.
Sulla querelle prende posizione anche l’Ufficio presidenziale del Plr, sezione di Monteceneri: “Difendiamo con fermezza l’operato di Dadò, il quale ha ricevuto un mandato di prestazione dal Comune di Monteceneri per l’allestimento dell’attestato antincendio della struttura in oggetto – si legge nella nota inviata ai media dallo stesso Ufficio presidenziale –. L’incarico è stato svolto e terminato nell’autunno del 2023. Pertanto, durante la votazione del credito d’investimento da parte del Consiglio comunale avvenuta l’11 giugno 2025, non sussisteva un rapporto di lavoro tale da dare adito a un possibile conflitto d’interessi. Il nostro partito è, naturalmente, favorevole al dibattito e al confronto, motori della democrazia, ma auspica che questi avvengano in un clima di rispetto, sia nei confronti delle persone sia dei dati oggettivi e delle informazioni verificate”.