La raccolta delle adesioni per votare sul credito da 4,7 milioni per la casa montana di Nante scade l’11 agosto, ma quelle rientrate sono già più di 465
Monteceneri verso il terzo referendum comunale in dieci anni. Non c’è ancora l’ufficialità, che verrà data soltanto a conteggio ultimato e qualora fosse tutto in regola. E d’altra parte il termine per raccogliere le firme non è ancora scaduto: c’è tempo fino all’11 agosto. Tuttavia, già oggi ai referendisti sono rientrate più delle 465 adesioni necessarie. Dopo il centro sportivo e l’acquedotto, rispettivamente nel 2017 e nel 2023, i cittadini del comune saranno dunque quasi certamente chiamati a esprimersi anche sulla casa montana comunale di Nante, la Madonna delle Nevi. O meglio: sul credito da 4,7 milioni di franchi approvato quasi all’unanimità dal Consiglio comunale l’11 giugno, stanziato per la ristrutturazione della struttura.
Da noi contattati, i consiglieri comunali Alessandra Noseda (Lega) e Saverio Bozzini (Gioventù Bruciata), entrambi i promotori del referendum, restano evasivi senza fornire cifre, sottolineando soltanto che sono «molto soddisfatti di come sta andando la raccolta delle firme» e che «ne stanno rientrando ancora parecchie. Siamo convinti di poter raggiungere l’obiettivo entro lunedì». In realtà, da nostre informazioni, quest’obiettivo è già stato centrato. Un risultato tutt’altro che scontato, visto l’esito della votazione in Cc.
Il referendum, ricordiamo, è stato lanciato in quanto gli oppositori al messaggio municipale ritengono che quest’ultimo sia troppo oneroso, evocando un precedente progetto dal costo più contenuto, come pure il fatto che Monteceneri abbia altre priorità di investimento. Il Municipio ha presentato invece un business plan, i cui contenuti sono peraltro pure oggetto di contestazione da parte dei contrari, secondo il quale una volta avviata la nuova gestione della struttura, questa in pratica riuscirebbe ad autofinanziarsi.
Come già in altre recenti occasioni nella politica locale, il dibattito si è velocemente animato, anche andando a tratti sopra le righe. Un esempio: lo scambio di critiche tra la Sezione enti locali (Sel) del Dipartimento delle istituzioni e l’Esecutivo. Dapprima la Sel ha richiamato alcuni esponenti del Municipio per delle esternazioni sui social e sui media, ritenendo questi interventi come degli inviti impliciti a non firmare, cosa che non dovrebbe accadere nella fase di raccolta delle firme. Per tutta risposta, il Municipio si è difeso sostenendo di non aver avuto comportamenti inappropriati e criticando anzi la neutralità della Sel e in particolare del capo Marzio Della Senta, residente proprio nel comune. L’operato di quest’ultimo è stato infine difeso dal direttore del dipartimento, Norman Gobbi.
Ad aggiungere pepe alla questione, ci si è messo poi anche un ricorso presentato al Consiglio di Stato da tre cittadini, che chiedono di annullare la risoluzione legislativa, ritenendo problematici alcuni aspetti finanziari. In particolare, si ritiene che il business plan sia stato presentato senza avere la certezza dei sussidi pubblici ai quali si avrebbe potenzialmente diritto. Viene messa poi in dubbio la solidità della società, la Valbianca Sa, alla quale potrebbe venir assegnata la gestione della casa (sebbene prima dovrebbe tenersi un concorso) e in definitiva viene evocata l’eventualità che il rischio finanziario possa finire tutto sulle spalle del Comune.
Secondo il progetto municipale, ricordiamo, la casa dovrebbe venir ristrutturata – in quanto attualmente non viene praticamente utilizzata da tempo, visto il rischio di cedimento del tetto in particolare in inverno – e ampliata, permettendo alla società che la prenderebbe in gestione di affittarne gli spazi. Da noi contattato, il sindaco Pietro Solcà ha preferito per ora non rilasciare dichiarazioni, rimandandole a consegna delle firme avvenuta.