Luganese

Truffa al casinò di Lugano, terzo uomo estradato dalla Francia

Il 39enne si trova dietro le sbarre del penitenziario cantonale. Sarà presto raggiunto dal capo della banda criminale recentemente arrestato

Il gruppo criminale alterava la traiettoria della pallina della roulette
(Ti-Press)
22 agosto 2025
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Appena uscito di prigione in Francia, è stato estradato in Ticino il 39enne di nazionalità georgiana, che ora si trova dietro le sbarre al penitenziario cantonale di Cadro. Lo ha reso noto il Ministero pubblico. Il 39enne è considerato dagli inquirenti ticinesi uno dei sei componenti della banda che è riuscita a manomettere il sistema di gestione della roulette automatica del Casinò di Lugano. L’uomo è finito nel mirino della giustizia nell’ambito di una complessa e articolata inchiesta relativa a una truffa, effettuata a fine novembre 2024 alla casa da gioco cittadina. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale della Magistratura ticinese. Dopo aver scontato una condanna per fatti analoghi in Francia è stato estradato in Svizzera.

Colpite anche altre case da gioco

L’uomo, come detto, risulta essere uno dei componenti di un gruppo criminale i cui membri sono stati tutti identificati e arrestati grazie alle indagini condotte in Ticino. Il capobanda è stato recentemente fermato in Armenia grazie a un mandato internazionale emesso dalle autorità ticinesi. Il gruppo, composto da cittadini georgiani, ha preso di mira case da gioco di diversi Paesi europei, riuscendo a manomettere il sistema di gestione della roulette automatica. Il 39enne è sospettato di aver preso parte alla truffa unitamente ad altre sei persone. Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono di truffa, danneggiamento e infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Da evidenziare anche l’importante collaborazione alle indagini da parte del casinò.

Due sono stati già condannati

L’inchiesta, ricorda la nota del Ministero pubblico, che ha già portato al giudizio e all’espulsione dalla Svizzera di due complici lo scorso luglio, è coordinata dal Procuratore generale sostituto Moreno Capella. I due uomini, entrambi di nazionalità georgiana, di 38 e 43 anni sono stati processati e condannati dal giudice Amos Pagnamenta, presidente della Corte delle Assise correzionali a 18 mesi di carcere con la condizionale, sospesi per due anni, e 5 anni di espulsione dalla Svizzera per truffa e danneggiamento.

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