Giulia Petralli (Vpod): ‘Tagliare significa alimentare precarietà, divisioni e sfiducia’. Giorgio Fonio (Ocst): ‘Ambiente cupo e carico di emozioni’
Vpod e Ocst esprimono piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Croce Rossa, colpiti dall’annuncio di un possibile licenziamento collettivo di una trentina di dipendenti dopo la riduzione dei finanziamenti per l’integrazione decisa dal Parlamento cantonale. Dopo il primo incontro tra le parti, è dura la reazione della co-segretaria sindacale della Vpod Giulia Petralli interpellata da ‘laRegione’: «Questi tagli, voluti dalle forze di destra, non rappresentano soltanto un attacco al sistema di accoglienza, ma colpiscono direttamente le famiglie delle operatrici e degli operatori del settore, mettendo a rischio reddito e stabilità». Le fa eco Giorgio Fonio, segretario regionale dell’Ocst: «Come sindacati abbiamo già iniziato a intavolare qualche soluzione. Settimana prossima partiranno invece i lavori con la commissione del personale e la direzione».
Dal canto suo, Petralli fa sapere che «la Vpod segue con la massima preoccupazione l’evolversi della situazione e accompagnerà il personale interessato nella difesa dei propri diritti e nella definizione di un piano sociale». La sindacalista ricorda che già nel 2025 «aveva tentato di scongiurare questo scenario con un emendamento presentato in Gran Consiglio e volto a mantenere i fondi, che purtroppo «è stato respinto. Accogliere persone in fuga da guerre e crisi umanitarie significa proteggere diritti fondamentali e garantire coesione sociale. Ridurre i mezzi, invece, produce conseguenze pesanti su tutti: sulle lavoratrici e sui lavoratori, costretti a operare in condizioni di stress, precarietà e malessere; sui richiedenti asilo, costretti a vivere in strutture sovraffollate e prive di servizi adeguati; sulle comunità locali, dove tensioni e conflitti sociali aumentano quando mancano risorse per una gestione dignitosa e rispettosa». Petralli sottolinea che «tagliare oggi significa alimentare precarietà, divisioni e sfiducia domani». La Vpod ribadisce con forza: «Investire nell’accoglienza non è solo un dovere etico, ma una scelta pragmatica per garantire convivenza pacifica, coesione sociale e diritti del lavoro. Rivendichiamo rispetto e dignità per chi opera quotidianamente in prima linea: senza il loro impegno, il sistema di accoglienza non esisterebbe. Dietro ogni cifra ci sono volti, storie e famiglie: quelle dei richiedenti asilo e quelle delle lavoratrici e dei lavoratori che li accolgono. Ridurre l’accoglienza significa ridurre il futuro di tutte e tutti». I sindacati non nascondono il proprio sdegno e la propria preoccupazione nel percorso, «che accompagnerà il personale interessato nella difesa dei propri diritti e nella definizione di un piano sociale», ribadisce Petralli.
All’incontro di stamattina era presente anche Giorgio Fonio, segretario regionale dell’Ocst, che descrive un ambiente cupo e carico di emozioni per i possibili licenziamenti: «Evidentemente è stato un momento difficile dal profilo emotivo e c’è grande agitazione nel personale». Secondo le prime stime, le persone potenzialmente coinvolte sarebbero circa 30, anche se lo stesso Fonio preferisce non fissare cifre definitive vista la mancanza di dati ufficiali. Un elemento, però, appare già chiaro: «I lavoratori particolarmente attivi nella presa a carico di migranti non accompagnati» sarebbero tra i più esposti al rischio di perdere il posto. Il quadro si inserisce in un contesto già reso fragile dalle misure di risparmio annunciate in occasione del Preventivo 2026 del Cantone, che rischiano di colpire in modo particolare chi opera nei servizi sociali e nell’accoglienza: «Si tratta di momenti complicati, che generano ansia e incertezza in tutto il personale», sottolinea Fonio.
Spiegata la situazione, ora si apre una fase di attesa. «Come sindacati abbiamo già iniziato a intavolare qualche soluzione. Settimana prossima partiranno invece i lavori con la commissione del personale e la direzione. Per ora ancora non è possibile capire cosa succederà, ma evidentemente c’è un sentimento di tristezza e di preoccupazione in tutte le persone coinvolte», sostiene il sindacalista dell'Ocst. Un sentimento che pesa come un macigno, mentre il futuro di decine di collaboratori resta appeso a un filo.