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Videocamere ‘indiscrete’ a Scudellate, c'è una controquerela

A presentarla è il municipale sospeso in via temporanea. Alla lente il raggio d'azione, la registrazione dei suoni e l’utilizzo fatto delle immagini

Gli occhi elettronici continuano a far discutere
(Ti-Press/Archivio)
27 febbraio 2025
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Il municipale socialista di Breggia, sospeso in via temporanea dalle sue funzioni di capodicastero Edilizia privata e Pianificazione, va al contrattacco. In questi giorni, infatti, Antonio Rosa ha depositato davanti alla Procura una controdenuncia. Al centro delle contestazioni ci sono le registrazioni effettuate dall’impianto di videosorveglianza posizionato sulla struttura che fa capo alla rete dell’Albergo diffuso del Monte Generoso. Videocamere che avrebbero immortalato e captato gli insulti e i gestacci volgari che al politico sono poi costati una querela per ingiuria. Raggio d’azione dell’occhio elettronico era, però, anche la strada che conduce a Erbonne. E qui sta il punto agli occhi dell’esponente di Insieme a Sinistra.

Ad accertare che le telecamere riprendevano il suolo pubblico, spingendosi quindi al di là dei confini della proprietà privata è stato, del resto, lo stesso Municipio di Breggia. Tanto da attivarsi ed esortare i titolari dell’albergo a “rispettare scrupolosamente” le leggi e le direttive in vigore. Nella visuale del grande fratello nostrano, in effetti, c’è finito pure, come evidenziato dal municipale e dal suo legale, l’avvocato Luca Maghetti, un sentiero internazionale, frequentato, si stima, da migliaia di persone nell’arco dell’anno, tra residenti di Breggia e turisti.

Ciò che non quadra, secondo il firmatario della controquerela, è che a essere stati registrate non sono state solo le immagini ma anche l’audio, ritenuto abusivo. Anche qui a pronunciarsi è stato l’Esecutivo che, rispondendo alle sollecitazioni della consigliera comunale dei Verdi Grazia Cavallini, ha confermato di aver imposto “che gli apparecchi posizionati abbiano un campo di ripresa limitato al proprio fondo e non registrino suoni”.

A non essere secondario è altresì il tempo durante il quale si sono conservate le registrazioni, considerato che, di regola, si richiama, non possono essere tenute oltre le 24 ore. Infatti, come ha ricordato pure l’autorità comunale, le riproduzioni che non rispettano la Legge federale sulla protezione dei dati andranno distrutte. Tra i punti portati all’attenzione della magistratura vi è poi l’utilizzo che è stato fatto dei filmati, diffusi al di fuori delle autorità competenti.

A livello locale il Comune ha fatto sapere che farà da ‘controllore’, riservandosi “la facoltà di procedere a controlli puntuali dei campi di ripresa delle telecamere e delle modalità d’esercizio dell’impianto di videosorveglianza, per il tramite della Polizia comunale di Chiasso”. Sulla vertenza, invece, tra querele e controdenunce spetterà alla giustizia ora fare chiarezza.

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