Il Municipio di Mendrisio difende le Ordinanze sugli esercizi pubblici: ‘Favorito lo sviluppo del settore’
Nessuno ha messo il silenziatore al ‘cuore’ di Mendrisio. Ma soprattutto, nessuno intende spegnere lo spirito di iniziativa di chi gestisce un ritrovo nel Borgo. Il Municipio della Città ha tutta l’intenzione di difendere il proprio agire politico, e con esso le Ordinanze che dal 2022 a oggi regolano la comune convivenza e riscrivono le regole per bar e ristoranti. L’ultima, l’‘Ordinanza municipale concernente gli esercizi alberghieri e la ristorazione’ – in pubblicazione sino al 9 maggio prossimo –, figlia della necessità di allinearsi alla nuova Legge sugli esercizi pubblici e la ristorazione (Lear) e al suo Regolamento, di fatto, per l’Esecutivo si propone “come uno strumento più snello, chiaro e adatto alla realtà operativa degli esercizi pubblici sul territorio comunale”. È una risposta che ha il sapore della replica (a tratti piccata), quella che l’autorità cittadina recapita ai consiglieri comunali dell’AlternativA Elia Agostinetti e Theo Bernardi. I due esponenti di Verdi e Sinistra nell’interrogazione depositata a inizio aprile avevano messo in discussione la strategia comunale, letta piuttosto come una limitazione all’attività dei ritrovi del centro e alla possibilità per i giovani di avere dei punti di aggregazione, anche oltre l’orario-soglia posto a tutela della quiete pubblica. Tanto da andare a cercare dei loro spazi altrove.
Ecco che il Municipio contesta, in buona sostanza, le conclusioni dei due consiglieri comunali e per corroborare le proprie scelte porta gli ultimi dati. Uno su tutti, si rimarca, è “emblematico”: nel 2024 nel solo Quartiere di Mendrisio gli eventi organizzati sono stati in totale 142 e 118 sono stati promossi da caffè e pub. E questo, si rilancia, “conferma la vivacità del centro, il ruolo fondamentale degli esercizi pubblici e l’efficacia delle misure adottate”. Quindi, si chiarisce, la nuova Ordinanza non è un passo indietro, bensì “un salto di qualità rispetto al passato” e alla prima stesura, del 2014. Le disposizioni più recenti, si motiva, “introducono semplificazioni concrete, meno vincoli, più autonomia per gli esercenti e un modello normativo moderno, snello e vicino alla realtà del territorio”. Non solo, tutto ciò, si rivendica, “è il risultato di un lavoro di ascolto, confronto e volontà politica chiara: rafforzare le condizioni per un settore dinamico e attivo, in equilibrio con la qualità della vita e l’ordine pubblico”.
È vero, si riconosce, prima di pubblicare le future regole non si è promossa una consultazione formale tra gli operatori del settore. In ogni caso, “durante l’elaborazione della nuova ordinanza – si precisa – si è prestata particolare attenzione alle esigenze emerse nella prassi quotidiana”. Infatti, si è colta l’occasione di aggiornare le norme, si spiega, per “condurre un’analisi accurata delle problematiche e delle prassi consolidate, al fine di individuare soluzioni concrete e coerenti con la realtà locale”. Come dire che prima di scrivere le regole si sono soppesate le necessità degli esercenti e gli “interessi in gioco”, cercando di tradurre il tutto “in misure pratiche e sostenibili”, tenendo appunto in equilibrio, si assicura, la libertà gestionale da un lato, e sicurezza, ordine pubblico e rispetto della quiete dall’altro.
Del resto, già con la revisione del 2022 dell’‘Ordinanza municipale concernente la repressione dei rumori molesti e inutili’ si è andati “incontro alle esigenze degli esercizi pubblici, introducendo una modifica significativa: il posticipo del limite orario di quiete dalle 22 alle 23”. Una estensione d’orario che ha rappresentato, si ribadisce, “un segnale concreto di apertura e sostegno al settore”. Per l’Esecutivo, insomma, non vi è una correlazione diretta tra la revisione delle norme e l’aumento degli interventi della Polizia comunale negli anni precedenti il 2022. Anzi, si sostiene, l’andamento è contrario: “in progressiva diminuzione” quasi di quattro volte. E qui si elencano le azioni degli agenti nel Quartiere di Mendrisio dal 2017 in poi per “problematiche di quiete pubblica direttamente o indirettamente riconducibili ad attività di esercizi pubblici o a eventi serali”. Da una ventina, anche abbondante, di interventi effettuati tra il 2017 e il 2021, si è passati poi ai 14 del 2022 e agli 8 e 7 di 2023 e 2024. Numeri, si annota, che dimostrano come “l’alleggerimento dei vincoli normativi e procedurali attuato negli ultimi anni non ha comportato un aumento dei disturbi. Al contrario, tale andamento ha rafforzato la fiducia nelle misure di semplificazione, gettando le basi per ulteriori passi a favore degli esercizi pubblici”. Non di meno, il Municipio riconosce che proprio la presenza crescente di studenti universitari chiama un’offerta culturale, che deve essere viva. Al contempo, però, nel solco di un “approccio responsabile”, la proposta deve essere altresì “compatibile con la residenzialità e la qualità di vita urbana”. In altre parole, “gli eventi e le iniziative che arricchiscono l’identità del Borgo sono incoraggiati, ma necessitano di un quadro normativo chiaro, semplice e rispettoso della collettività”. E l’Ordinanza, si rilancia, “si inserisce coerentemente nella strategia della Città di Mendrisio volta a promuovere un’offerta culturale qualificata e sostenibile, anche serale, in un contesto urbano ordinato e attrattivo”.
Una linea che non ha, agli occhi dell’autorità comunale e dei riscontri statistici, tarpato le ali agli esercenti. Fatta astrazione dal periodo pandemico (2020-2021), nelle annate recenti si è registrato “un chiaro aumento nel numero di autorizzazioni rilasciate per eventi serali agli esercizi pubblici attivi nel Quartiere di Mendrisio Borgo”. Una crescita che si è rivelata “costante e significativa, in contrasto – si insiste – con quanto ipotizzato dagli interroganti”. Un andamento che riflette “la vitalità del settore e conferma che l’attuale approccio normativo, orientato alla semplificazione e alla collaborazione, sta producendo risultati concreti e positivi a favore degli esercenti”. In effetti, la trentina o quarantina di permessi staccati tra il 2018 e il 2021 – fa eccezione il 2020 con 11 –, sono diventati una settantina nel biennio 2022-2023 e lievitate a 118 l’anno scorso. Non solo, nessuna richiesta per eventi musicali, si tiene a dire, è stata respinta, nel segno di una “piena disponibilità”. E a proposito di maggiore chiarezza, procedure più snelle e flessibilità, nel futuro prossimo vi sarà l’obbligo di domandare un’autorizzazione solo per le manifestazioni che si protraggono oltre le 23. Quindi, per circa la metà quanto viene proposto dagli esercizi pubblici non comporterà un via libera formale.
Non da ultimo, l’autorità cittadina respinge al mittente l’idea che le ordinanze comunali abbiano avuto un impatto negativo su un settore che ha tenuto, proprio a fronte della novantina di attività presenti. “Pur riconoscendo che l’andamento del settore dipende da molteplici variabili – economiche, sociali, demografiche e imprenditoriali –, il Municipio ritiene che le misure normative introdotte abbiano contribuito a creare un contesto regolatorio chiaro e sostenibile. Si può pertanto rivendicare con convinzione che l’azione municipale abbia favorito condizioni favorevoli allo sviluppo e alla stabilità degli esercizi pubblici nel tempo”. L’Esecutivo va persino oltre e si dice “fiducioso che queste misure favoriranno ulteriormente la vitalità del settore, e rinnova l’impegno a monitorarne l’efficacia mantenendo un dialogo costante con gli operatori del territorio”.