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L'Esecutivo di Mendrisio non è con gli antidemocratici

‘Caso Vannacci’, l'autorità cittadina prende le distanze e mette dei paletti al ruolo di municipale, dentro e fuori il Palazzo

Certi valori, fa capire l’Esecutivo, non si toccano
(Ti-Press/Archivio)
22 maggio 2025
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Il Municipio di Mendrisio è categorico: la Città e certe derive politiche non hanno nulla da spartire. L’autorità comunale lo ha messo anche nero su bianco giusto nei giorni scorsi rispondendo agli interrogativi preoccupati della cordata AlternativA-Plr-Centro/Verdi liberali-Avanti con Ticino&Lavoro. Pietra dello scandalo, il marzo scorso, per i gruppi politici locali era stata la presunta sponsorizzazione di un evento legato a un controverso personaggio politico italiano – il generale Roberto Vannacci – da parte dell’azienda del municipale Udc-Udf Massimo Cerutti. Un caso nato da un equivoco, poi chiarito su queste colonne dallo stesso Cerutti. Rimanevano, però, in sospeso alcune domande. Ed è qui che l’Esecutivo ha voluto sgombrare in via definitiva il campo.

‘Nessun sostegno a chi discrimina’

“Tali episodi – sottolinea il Municipio mendrisiense – possono alimentare senso di esclusione e sfiducia verso le istituzioni, soprattutto in quelle fasce della popolazione già oggetto di marginalizzazione”. Di conseguenza si tiene a ribadire “con fermezza che non vi è alcun sostegno, nemmeno implicito, a ideologie discriminatorie o antidemocratiche. L’attenzione a queste tematiche è centrale nella visione politica della Città, che continuerà a lavorare per promuovere coesione sociale, rispetto, inclusione e uguaglianza per tutte e tutti”. Una dichiarazione con cui, di fatto, l’autorità cittadina rafforza il proprio impegno nei confronti della visione strategica ‘Mendrisio 2035’ e “a difesa dei valori sanciti dalla Costituzione federale e cantonale”.

Richiamo al ‘senso di responsabilità’

Facendo un passo indietro, l’Esecutivo fa sapere di non essere stato informato della sponsorizzazione, apparsa su una bozza della locandina che pubblicizzava l’arrivo del generale a Zurigo e poi rimossa dal manifesto ufficiale, e di averlo appreso proprio tramite l’interrogazione interpartitica e la stampa. Fatta chiarezza da parte dello stesso municipale Udc-Udf su quanto accaduto e sulla sua presa di distanza dalla manifestazione e dal generale – eurodeputato, ex comandante del nono Reggimento d’assalto paracadutisti ‘Col Moschin’, della Brigata ‘Folgore’ –, da cui si è dissociato («non volevo che il nome della mia azienda fosse associato a quello di Vannacci»), l’autorità mette alcuni paletti. È fondamentale, si legge nella risposta, “che i membri dell’Esecutivo agiscano sempre con senso di responsabilità, consapevoli del proprio ruolo pubblico e delle ripercussioni che anche le attività svolte a titolo personale possono avere sull’immagine e sulla credibilità delle istituzioni che rappresentano”.

È bene, si fa capire, prestare poi attenzione pure su ciò che si fa fuori dal Palazzo, con l’intento di “evitare ambiguità o sovrapposizioni con il proprio ruolo istituzionale”. E questo perché, si rilancia, anche malintesi e strumentalizzazioni possono “generare confusione o dubbi nell’opinione pubblica”. In questo caso, si precisa, non vi è stato un danno di immagine per la Città, Cerutti si muoveva nell’ambito professionale.

In ogni caso, in conclusione l’Esecutivo “richiama l’importanza del rispetto del comportamento coerente con i valori, la responsabilità e la libertà individuale che derivano dal mandato pubblico”.

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