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Per vicino una raffineria: cittadini di Gorla e Municipi tornano a discuterne

Dopo alcuni anni una delegazione dei residenti e le autorità di Castel San Pietro, Balerna e Coldrerio si sono sedute allo stesso tavolo

Residenze e industrie, una convivenza a volte difficile
(Ti-Press)
16 luglio 2025
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Per far sentire la loro voce le hanno provate proprio tutte. La primavera scorsa, motore l’Associazione ‘ViviGorla e dintorni’, una realtà dal 2006, hanno persino lanciato una petizione su Change.org per dire basta al “degrado”. Gli abitanti della frazione di Gorla, a Castel San Pietro, attendono infatti da troppo una risposta alle loro rivendicazioni. Anche perché, come si legge nell’istanza, “la presenza nella zona di un’unica realtà industriale atta alla lavorazione di determinati metalli mina da tempo la serenità di un bel luogo”. Tutto questo, lamentano, tra “rumori molesti, odori nauseabondi, emissioni di sostanze sospette e traffico veicolare eccessivo”. Problematiche che in dicembre sono finite pure al centro di un atto parlamentare firmato da Aline Prada (Udc), granconsigliera originaria, lei stessa, di Castello: una interrogazione a oggi ancora sul tavolo del Consiglio di Stato. Ora però sembra essersi riaccesa la speranza: di recente una delegazione di cittadini di Gorla si è seduta al tavolo con il Municipio locale – guidato dalla sindaca Alessia Ponti – e i rappresentanti degli Esecutivi di Balerna e Coldrerio, i cui quartieri confinano con la zona sotto osservazione. L’incontro, per scelta rimasto a livello intercomunale, ha dato modo di riaprire, di fatto, la discussione su un dossier che preoccupa da un po’ da quelle parti. Uno stato d’animo che l’incidente chimico del 4 giugno scorso alla raffineria Mks Pamp non ha fatto altro che amplificare. E sullo sfondo vi è altresì il progetto, presentato l’estate scorsa dall’azienda, e sfociato nella costruzione di un nuovo stabile a un piano da adibire a deposito e a parco serbatoi di sostanze chimiche; domanda che ha suscitato l’opposizione dei vicini.

‘Il dialogo è ripartito’

«Quest’ultima riunione è stata l’occasione per parlare con franchezza della problematica – ci conferma Corrado Motta, consigliere comunale per Sinistra e Verdi e membro dell’Associazione –. Il colloquio si è rivelato interessante e ha rappresentato, in sostanza, un punto di ripartenza. Soprattutto perché non si affrontava tutti insieme il tema da almeno 4 o 5 anni. Mi viene da pensare che aver fatto pressione e in qualche caso anche alzato un po’ i toni abbia permesso di riaprire il dialogo tra abitanti e Comune. Adesso ci si aspetta che anche la Mks Pamp riprenda a parlare con noi e che al contempo sia possibile confrontarci con il Cantone». Un bisogno di chiarezza e maggiore trasparenza, ci dice Motta, avvertito pure all’interno del Municipio di Castel San Pietro. «Confrontarci ci ha permesso di decidere quali saranno i prossimi passi da compiere insieme, con il gruppo di lavoro – ci conferma la sindaca Alessia Ponti –. Del resto, in passato grazie anche al dialogo con le istituzioni e le aziende del territorio eravamo già riusciti ad avere una buona collaborazione e ad appianare le difficoltà iniziali. Poi nell’ultimo anno e mezzo sono riemersi un po’ di problemi. Questo primo incontro, però, è stato positivo e ha dato di nuovo la possibilità a tutti di poter esprimere le proprie preoccupazioni». Riallacciati i contatti, infatti, non ci si fermerà qui. «Nei prossimi mesi – ci spiega la sindaca – organizzeremo un incontro con la Spaas, la Sezione protezione aria, acqua e suolo, e il comandante dei Pompieri Mendrisiotto Corrado Tettamanti. E da lì terremo una sorta di agenda per cercare di riunirci con regolarità e approfondire quei temi che ci stanno a cuore».

Le priorità dei residenti

Quali sono oggi le urgenze?, chiediamo a Corrado Motta. «Da parte nostra abbiamo sottolineato alle autorità le priorità odierne, che vanno dagli odori ai rumori, al traffico che si riscontra ultimamente nella zona – rimarca –. Siamo, però, anche in attesa della fine dell’inchiesta aperta sull’incidente di giugno per poter avere tutti i dettagli. Come ho fatto presente a titolo personale, il comunicato di polizia elencava, sì, le sostanze disperse da un impianto di lavorazione – una perdita, definita contenuta, di acqua ossigenata e acido cloridrico diluiti, ndr –, ma non chiariva le possibili conseguenze; ed è quello che mi preoccupa. Già in passato la fuoriuscita di cloro dai comignoli aveva compromesso la flora del riale Raggio, ingiallita. Quindi speriamo di poter fissare un incontro per ottobre con la direzione dell’industria e il Cantone». Con la Spaas si è già in parola. Sarà fattibile riaprire una via di comunicazione anche con la direzione della Pamp? «Di sicuro lo faremo: è nelle nostre intenzioni – ci risponde la sindaca –. Ci sono anche sensibilità legate al traffico, quindi sarà importante coinvolgere le aziende e portare delle misure concrete in vista di altri progetti. Mi sento di dire che siamo sulla buona strada».

Avviate misurazioni ‘extra’

In questi anni a livello cantonale si sono condotte delle campagne di controllo sulle emissioni della Mks Pamp, industria peraltro che sottostà all’Opir, l’Ordinanza federale sulla protezione contro gli incidenti rilevanti. Ma agli occhi dei residenti non sono bastate ad allentare i timori. Negli ultimi tempi, in ogni caso, le analisi da parte del Dipartimento del territorio sono continuate: da quanto abbiamo potuto appurare sono stati posati dei misuratori per monitorare ulteriormente la situazione, anche in coincidenza con il cosiddetto ‘inventario’, momento in cui una raffineria lavora gli ‘scarti’ dei vari metalli ed è ipotizzabile che vi siano emissioni e odori al di fuori dell’attività ordinaria. Ecco che gli abitanti confidano nell’esito delle nuove misurazioni per fugare ogni dubbio. A oggi, secondo informazioni in nostro possesso, dopo l’incidente i rilevatori non avrebbero segnalato all’esterno la presenza di sostanze ed escluderebbero la formazione di cloro gassoso. Ora la parola finale la metterà l’inchiesta, ancora in corso. Nel frattempo, Motta ha depositato davanti al Municipio una interrogazione per saperne di più su quanto accaduto e sui motivi che hanno portato a evacuare il personale, ma non a prendere misure a tutela del vicinato. Quanto basta per chiedere “se è stata eseguita una nuova valutazione Opir” e “quali sarebbero le conseguenze per la popolazione nello scenario peggiore” e quali le misure da applicare per la popolazione. «Come Associazione – ci riferisce poi Motta – abbiamo saputo che entro ottobre-novembre dovrebbero installare gli impianti interni di monitoraggio continuo su tutti i comignoli, come in tutte le altre fonderie: questo almeno è un bel segnale».

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