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Niente cellulari in classe. Ma fuori c'è l'armadietto per la ricarica

Una interrogazione della Lega attira l’attenzione sulla presenza di strutture dedicate agli studenti in alcuni Centri professionali, tra cui Mendrisio

Per ragazze e ragazzi è difficile separarsene
(Ti-Press)
15 luglio 2025
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Cellulari in classe? Non se ne parla proprio. Anzi, negli ultimi tempi anche in Ticino si è aperto un dibattito vivace attorno alla necessità (o meno) di bandire il telefonino dagli edifici scolastici. Eppure da alcuni anni in talune sedi di istituti post-obbligatori del cantone – come i Centri professionali tecnici di Mendrisio e Bellinzona – si è ricavato uno spazio dedicato per la ricarica degli apparecchi elettronici, in primis gli ‘smartphone’, degli studenti. Questi armadietti elettronici con i loro dieci scomparti di recente hanno attirato l'attenzione persino di tre granconsiglieri della Lega dei ticinesi, rimasti incuriositi e perplessi. Anche perché, non da ultimo, ognuna di queste strutture in acciaio costa circa 3mila franchi.

Agli occhi di Andrea Sanvido (primo firmatario), Omar Balli e Sem Genini, insomma, "la presenza di questi armadietti solleva diverse questioni di coerenza educativa, opportunità pedagogica e gestione delle risorse pubbliche", si legge in una interrogazione depositata martedì. In particolare, richiamano, "da un lato si ribadisce il divieto di utilizzo del cellulare in classe; dall’altro si investono risorse consistenti per permettere e favorire la sua ricarica all’interno della scuola". Tanto più che, osservano ancora i parlamentari, "secondo diverse testimonianze, tali dispositivi risultano raramente utilizzati. Gli studenti non vi ripongono abitualmente il cellulare e, nella prassi quotidiana, continuano a conservarlo negli zaini".

Ecco che per gli autori dell'interrogazione, intenzionati a sapere se il governo abbia autorizzato la posa di queste strutture, si fa strada tutta una serie di interrogativi. Innanzitutto, ci si chiede "in quante sedi scolastiche post-obbligatorie del cantone sono stati installati armadietti per la ricarica dei dispositivi elettronici" e quale sia stato il costo globale dell'operazione. Ma, soprattutto, "quali sono le motivazioni pedagogiche, logistiche o di sicurezza che hanno portato alla decisione di installare tali dispositivi?". E quindi "ritiene coerente il Consiglio di Stato l’invio di un messaggio educativo secondo cui è vietato l’uso del cellulare ma è promossa la sua ricarica all’interno dell’istituto?".

In altre parole, si rilancia, il governo "non ritiene che l’acquisto di tali armadietti possa rischiare di trasmettere un messaggio contraddittorio agli studenti e ai docenti, indebolendo l’autorevolezza delle regole scolastiche?". In conclusione, "è stata condotta una valutazione alternativa, più economica o più utile dal punto di vista educativo, per gestire il tema della presenza dei dispositivi mobili nelle scuole?".