A Castel San Pietro un vizio di forma ‘grave’ porta a dichiarare ‘irregolare e irricevibile’ la raccolta firme
Sembrava ormai cosa fatta: raccolta firme riuscita (con 312 sottoscrizioni valide) e nei termini previsti, e cittadini e cittadine di Castel San Pietro al voto. Invece, a quasi un mese dal deposito della domanda di referendum – al centro del contendere l'ultimo investimento di 490mila franchi a favore di lavori di ristrutturazione della Masseria Cuntitt, focus sul ritrovo pubblico –, ecco il colpo di scena. Il Muncipio locale ha dichiarato, infatti, "irregolare e irricevibile" la richiesta. La procedura, insomma, è nulla e la popolazione non sarà chiamata a dire la sua sul progetto, avallato a suo tempo dalla maggioranza del Consiglio comunale. All'origine della decisione, come spiega lo stesso Esecutivo, vi è "un vizio formale grave" nella stesura del formulario.
Analizzati i documenti, da prassi, a risultare mancante, chiarisce il Municipio in una nota, è "l’indicazione obbligatoria prevista dall’art. 112 lett. d della Legge sull’esercizio dei diritti politici, che impone l’inserimento della comminatoria penale relativa ai reati di corruzione e frode elettorale (artt. 281 e 282 del Codice Penale Svizzero). Secondo costante giurisprudenza del Tribunale federale, tale omissione non è una semplice irregolarità, bensì una violazione formale sostanziale che comporta la nullità della lista".
Prima di pronunciarsi in modo perentorio sulla domanda di referendum, l'autorità comunale, si fa sapere, ha fatto capo a una perizia giuridica esterna. L'Esecutivo, si tiene a ribadire, "ha agito in adempimento dei propri doveri. Di fronte a un vizio giuridico sostanziale come quello accertato, non vi era alcun margine di discrezionalità".
A questo punto ai referendisti resta la possibilità di appellarsi al Consiglio di Stato entro 30 giorni dalla pubblicazione della risoluzione.