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‘Cambio di paradigma su custodia alternata e divorzio unilaterale’

A chiederlo a Berna sono due mozioni di Marchesi (Udc) scritte raccogliendo gli spunti del Movimento Papageno: ‘Esigenze reali cui rispondere’

Parola al Consiglio federale
(Ti-Press)
18 aprile 2025
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Due mozioni per chiedere il diritto dei figli di beneficiare della custodia alternata, in caso di separazione o divorzio, con una semplice istanza di uno solo dei due genitori e, siamo alla seconda proposta, di ridurre il periodo d’attesa per il divorzio unilaterale da due anni a 6-12 mesi. A depositarle a Berna è il consigliere nazionale Udc Piero Marchesi, dopo aver raccolto gli spunti e le suggestioni del Movimento Papageno.

Con la prima mozione, Marchesi come già previsto per l’autorità parentale congiunta, chiede “di procedere a modificare il Codice civile affinché, di principio, i figli possano beneficiare in modo paritario della cura e dell’educazione di entrambi i genitori – attraverso la custodia alternata (Ca) – nel rispetto del principio di uguaglianza giuridica”. Per Marchesi, “il diritto alla bigenitorialità deve prevalere su quello individuale dei genitori”. Quindi, “a semplice richiesta di uno dei due genitori, il giudice deve omologare la Ca senza doverne decidere la concessione, limitandosi a implementarne le condizioni e rendere attento l’altro genitore sulle conseguenze di una sua eventuale opposizione”.

Anche perché “l’esperienza dimostra che nei modelli già attuati di Ca, i conflitti tra genitori si risolvono più rapidamente rispetto alle custodie esclusive. I genitori devono essere posti sullo stesso piano, condividendo oneri, responsabilità e doveri verso il figlio: cura della persona, educazione, relazioni familiari, salute e amministrazione dei beni”.

Per la seconda mozione, quella sul divorzio unilaterale, il discorso è chiaro. Come si legge nel testo, il termine di due anni, “pensato per favorire una riflessione e una possibile riconciliazione, si rivela in molti casi eccessivamente lungo e penalizzante, soprattutto per il coniuge debitore di contributi alimentari durante il periodo di separazione. Il matrimonio è un’unione volontaria. Se uno dei coniugi non intende proseguirla, costringerlo ad attendere due anni è una limitazione ingiustificata, che può aggravare il disagio psicologico e sociale, ostacolando la possibilità di ricostruirsi una vita”.

Il J’accuse di Scardamaglia: ‘Serve un limite al potere d’apprezzamento’

Queste mozioni, rimarca il coordinatore del Movimento Papageno Gianfranco Scardamaglia, «nascono dal nostro lavoro diretto e dalle testimonianze raccolte e coinvolte in un sistema giudiziario opaco e troppo discrezionale. Ringraziamo il consigliere nazionale Marchesi per il coraggio di aver portato avanti queste proposte nate da esigenze reali, chi difende i diritti genitoriali merita fiducia».

Per quanto concerne la Custodia alternata, secondo Scardamaglia «l’attuale sistema permette abusi sistematici del diritto. La Ca, oggi, è concessa solo eccezionalmente e dopo accertamenti lunghi e costosi. Basta un accenno di conflitto, anche artificiale, per bloccarla. Il risultato? Genitori esclusi, figli privati della doppia presenza genitoriale e decisioni che cambiano da giudice a giudice, da Arp a Arp». Quella proposta è un’inversione: «La Ca dev’essere concessa quando uno dei genitori la richiede, salvo casi manifestamente gravi dimostrabili. Ciò permetterà anche alle madri che vogliono garantire ai loro figli una presenza costante del padre di chiedere la Ca. Serve un limite al potere di apprezzamento – annota Scardamaglia – riportando giudici e Arp al loro ruolo».

Accorciare i tempi del divorzio unilaterale, invece, è un’esigenza che nasce dal considerare che «due anni sono troppi e spesso diventano uno strumento per ricatti o abusi: c’è chi usa il tempo per ostacolare l’altro genitore, costruire vantaggi finanziari e di affido o impedire nuove relazioni. È un uso distorto della legge, che genera conflitti e impedisce ai figli di trovare stabilità. Un intervallo più breve – per il coordinatore del Movimento Papageno – è sufficiente per riflettere, senza trasformare la separazione in una trappola legale o emotiva. È una questione di rispetto della libertà, di protezione dei bambini e di evitare abusi». Abusi che, riferisce Scardamaglia, «abbiamo riscontrato anche in Ticino. Seguiamo molti casi in cui un genitore viene progressivamente escluso, con il consenso delle autorità, basandosi su relazioni unilaterali o elementi soggettivi. In altri casi, il divorzio viene tenuto in ostaggio per due anni da chi abusa della norma. Non sono eccezioni: sono il prodotto di un sistema senza limiti alla discrezionalità».