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All'assemblea dei Patriziati, le parole d'ordine sono ‘forza’ e ‘ingaggio’

Il presidente dell'Alpa Zanetti: ‘Stiamo rafforzando sempre più la nostra presenza nella gestione territoriale’. Predazioni, approvata una risoluzione

L’assemblea a Olivone
(Alpa)
31 maggio 2025
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Sono «forza» e «ingaggio» le parole d'ordine usate dal presidente dell'Alleanza patriziale ticinese Tiziano Zanetti nel tornare, davanti all'assemblea dell'Alpa riunitasi oggi a Olivone, con la memoria agli ultimi dodici mesi. «Forza, perché sempre più gli Enti patriziali stanno rafforzando in modo determinante la loro presenza nella gestione territoriale», afferma infatti all'inizio del suo intervento Zanetti.

‘La collaborazione sta portando i frutti sperati’

«La continua, costante e costruttiva collaborazione con il Cantone e i Comuni di riferimento stanno portando i frutti sperati e opere di ogni tipologia e genere vengono promosse dai Patriziati, che sono anche al termine del loro aggiornamento nella gestione contabile. L'impegno profuso per giungere a questo adeguamento imposto dalla legge porterà poi però a degli innegabili vantaggi – sottolinea Zanetti –. Anzitutto, nell'uniformare tutte le contabilità dei nostri 198 Enti e permetterne una lettura univoca e completa inoltre consentirà anche di rendere e di presentare i dati finanziari in modo più uniforme e dettagliato, permettendo a tutti gli interessati di ottenere una visione più chiara e completa della situazione finanziaria patriziale, e ciò non è poca cosa».

‘Il nostro ruolo è determinante nel supportare anche altri Enti’

Ma «forza» è uno dei sostantivi scelti perché se è necessaria «per assumere quel ruolo determinante di supporto agli altri Enti pubblici», porta però immediatamente alla seconda parola d'ordine: «Ingaggio, quello mostrato da tutti voi nella disponibilità nel mettersi in gioco per i prossimi quattro anni nella gestione dei rispettivi Enti». A partire dal sostegno dedicato alla Vallemaggia, con la consapevolezza che sarà «grande il lavoro che occorrerà portare avanti nel prossimo decennio con anche, purtroppo, il sapere che molto probabilmente non tutto tornerà come prima e anche il termine delocalizzazione è purtroppo una realtà». Ma l'ingaggio, per il presidente Alpa Zanetti, è anche «quello mostrato in più momenti nell'ambito sociale, dal premio ottenuto dal Patriziato di Losone per il lavoro d'inserimento lavorativo o tutto quanto si porta avanti per favorire momenti di aggregazione sociale nei momenti comuni e aggregativi».

‘L'importanza della promozione degli investimenti’

Un particolare pensiero è rivolto «al grande impegno nel promuovere investimenti sul nostro territorio. Ciò dà lustro a tutto il mondo patriziale e consente di mantenere e/o ripristinare luoghi, stabili, sentieri, alpeggi, zone boschive nell'interesse dell'intera comunità a vantaggio di tutto il territorio e di chi ne beneficia. E ciò anche in funzione di protezione e di benessere generale. Compiti quindi essenziali quelli degli Enti patriziali che – afferma ancora Zanetti – stanno assumendo quel ruolo di attori protagonisti nella gestione territoriale così come auspicato anche dal Dipartimento istituzioni nelle conclusioni dell'ultimo studio strategico effettuato».

Studio che, si ricorda, «vedeva anche altri importanti traguardi da raggiungere; tra questi vi erano quelli di creare i presupposti affinché gli Enti patriziali potessero disporre di un’organizzazione e di risorse finanziarie e umane adeguate, promuovendo un approccio aperto, procedure snelle e un riconoscimento pubblico del loro ruolo. Ma, per giungere a tali essenziali obiettivi occorrono importanti ingaggio e condivisione con i Dipartimenti di riferimento: Istituzioni, Territorio ed Economia e Finanze. Determinante sarà continuare sulla strada tracciata senza tentennamenti alcuni e con gli obiettivi ben chiari come meta finale».

‘Serve una visione precisa nella gestione di pascoli, boschi e alpeggi’

Guardando al futuro, Zanetti rimarca che «nella gestione di pascoli, boschi e alpeggi sarà necessaria una visione precisa, come anche promosso, richiesto e votato dal Gran Consiglio, di una strategia di gestione riguardante i grandi predatori, e in particolare del lupo. Fa parte del nostro mandato pubblico intervenire sugli stabili alpestri, mantenere pascoli, investire quindi milioni e milioni di franchi e anche indebitarsi per promuovere tutto questo ma qui occorre poi un supporto preciso nel contenimento mirato di specie che stanno proliferando, in alcuni casi fuori controllo nel nostro Cantone. Confido, confidiamo, che tutti si rendano conto che occorre agire con grande determinazione al più presto in modo da non far diventare la situazione ancora più drammatica. Situazione che è già di per sé fragile e questi ultimi aspetti non fanno altro che fragilizzarla ulteriormente».

L'INTERVENTO/1

Schnellmann: ‘Il Gran Consiglio ha grande considerazione del vostro ruolo’

Alla presenza di almeno una decina di granconsiglieri, a portare il suo saluto è il Primo cittadino del Cantone e presidente del parlamento Fabio Schnellmann. Il quale afferma convintamente che «il patriziato rappresenta una delle radici più antiche della nostra storia. Un’istituzione che, pur affondando le proprie radici nei secoli passati, ha saputo evolversi, adattarsi, e mantenere vivo un patrimonio preziosissimo fatto di tradizioni, cultura e impegno per il territorio del nostro Ticino». Il Gran Consiglio, assicura Schnellmann, «guarda con grande considerazione al ruolo dei patriziati nel tessuto istituzionale e sociale del nostro Cantone. Voi siete i custodi della memoria e delle terre patriziali e anche protagonisti attivi nella valorizzazione del territorio, nella promozione della sostenibilità ambientale, e nella conservazione dell’identità culturale locale».

Certo, il momento è quello che è. E il presidente del Gran Consiglio ne è consapevole: «In un’epoca in cui le trasformazioni mettono spesso a dura prova i legami con il passato e il senso di appartenenza, i patriziati costituiscono un punto di riferimento importante per tutti noi. Il parlamento – prosegue Schnellmann – è consapevole delle sfide che anche voi dovete affrontare: il ricambio generazionale, l’impegno amministrativo e la crescente burocrazia, il bisogno di conciliare tradizione e innovazione. Per questo motivo posso confermare che sosterremo sempre progetti che rafforzano attivamente il vostro impegno». Affinché i Patriziati possano portare avanti un lavoro «spesso silenzioso e sotto traccia, che contribuisce in modo determinante alla coesione sociale, al rispetto dell’ambiente, e alla bellezza dei nostri paesaggi e delle nostre comunità».

L'INTERVENTO/2

Gobbi: ‘I Patriziati siano sempre più protagonisti di un Ticino che combatte la negatività e lavora per lo sviluppo’

Nel suo saluto, il presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi ricorda come l'obiettivo del suo anno presidenziale – «contrastare coi fatti la negatività diffusa» – possa «essere declinato anche alla realtà patriziale». E quindi si parla di un Ticino che «è cosciente dei suoi problemi senza esserne ossessionato, e ha deciso di affrontarli con ottimismo e fiducia e che continua a progettare e costruire il suo futuro». E lo Stato, «mentre molti ne parlano male, fa tantissimo per la popolazione anche laddove non si vede. Resistendo, con le ticinesi e i ticinesi a ogni crisi globale o locale, perché la sua gente lavora sodo nella vita di tutti i giorni». Va da sé che per Gobbi il Ticino «deve continuare a investire su progetti strategici e per la qualità di vita sul territorio, piacere molto e che attira persone e personalità vincenti, da ogni parte del mondo, e cavalcare i processi di trasformazione, tecnologica e sociale, anziché subirli». Quindi, l'auspicio di Gobbi è vedere sempre più «Patriziati protagonisti nello sviluppo economico, ambientale e culturale del territorio».

LA RISOLUZIONE

‘Tutelare dalle predazioni tutti gli alpeggi’

Nel corso dei lavori assembleari, l'Alpa ha approvato anche una risoluzione che chiede di garantire gli investimenti effettuati, la sicurezza e la biodiversità sugli alpeggi. Nel testo, infatti, si legge come “l’attuale Ordinanza federale sulla caccia non tiene conto del declassamento della protezione del lupo nella Convenzione di Berna e non include misure efficaci per la tutela degli alpeggi e dei pascoli non ragionevolmente proteggibili; l’Ordinanza – viene ancora messo nero su bianco dall'Alpa – non fa distinzione tra greggi non protetti e non proteggibili. La presenza del lupo in Ticino con 5 branchi censiti, 6 coppie stanziali e almeno una decina di esemplari erranti non è assolutamente compatibile con un territorio antropizzato e dedito all'allevamento a pascolo libero”. Dalle ultime verifiche interne effettuate, “una cinquantina dei 145 alpeggi caricati a ovi-caprini sono stati abbandonati negli ultimi 12 anni. Ciò ha portato a conseguenze gravissime non solo per gli allevatori ma anche per i Patriziati, proprietari di gran parte delle strutture alpestri. Le conseguenze si ripercuotono a livello economico, ecologico e sociale”.

Le misure messe in campo finora da Cantone e Confederazione vengono definite “ovattate”, e soprattutto per l'Alpa “non tutelano per nulla la filiera faticosamente costruita tramite anche investimenti milionari sulle differenti strutture”.

Ciò detto, nella sua Risoluzione l'Alpa scrive: “Le Autorità e i Servizi cantonali competenti sono chiamati ad agire con estrema urgenza affinché tutti gli alpeggi, in particolare quelli non proteggibili, possano venire tutelati in maniera significativa. In particolare, si chiede la concessione immediata di procedure di abbattimento di esemplari problematici di lupi e la messa in opera di tiri o di battute di dissuasione, anche in considerazione dell'imminente stagione alpestre. Determinante, inoltre, l'eradicazione di branchi che predano prevalentemente sui nostri alpeggi”.

Le medesime Autorità e i Servizi cantonali competenti, “sono inoltre chiamati a interagire costantemente con l'Ufficio Federale dell'Ambiente e con il Dipartimento federale corrispondente affinché tutte le particolarità territoriali del nostro Cantone siano compiutamente conosciute al fine di adeguare di conseguenza (anche tramite deroghe ad hoc) le Ordinanze federali. La sicurezza delle zone di pascolo deve tutelare gli alpeggi e i numerosi escursionisti che percorrono i sentieri montani cantonali. Bisogna intervenire al più presto per sanare una situazione che appare ormai fuori controllo”.