L’ex deputato scrive al coordinatore della Lega a pochi giorni dall’assemblea del movimento: chiedo di conoscere i veri motivi per cui volete allontanarmi
Eolo Alberti non ci sta. Non ci sta a essere scaricato dalla Lega dei Ticinesi senza conoscere il o i motivi precisi (chiede di ricevere “un’informazione circostanziata”) per cui i vertici del movimento di via Monte Boglia vogliono allontanarlo e senza aver esercitato “il diritto di essere sentito”. Lo ha scritto al coordinatore Daniele Piccaluga in vista dell’assemblea straordinaria della Lega che lo stesso Piccaluga ha indetto per dopodomani. Due i temi indicati nella convocazione: l’“espulsione formale” di Alberti e la “presa d’atto delle dimissioni” di Sabrina Aldi, entrambi ex deputati al Gran Consiglio (il primo non lo è più dal novembre 2023 dopo la sua nomina da parte del parlamento nel Cda dell’Ente ospedaliero cantonale, la seconda da qualche settimana). La lettera di Alberti è di ieri. Sullo sfondo i risvolti politici del dossier Hospita, che sul piano penale vede Alberti imputato di reati patrimoniali, ai quali si dichiara estraneo.
Si diceva dei risvolti politici, come ad esempio l’inchiesta segreta/parallela decisa nella primavera dello scorso anno dal comitato di coordinamento, allora guidato dal consigliere di Stato Norman Gobbi, e affidata all’avvocato Enea Petrini, membro del Consiglio di amministrazione di Banca Stato. In relazione a quell’inchiesta e al relativo rapporto stilato da Petrini, il procuratore generale Andrea Pagani ha interrogato Gobbi lo scorso settembre come persona informata sui fatti. In quell’occasione Gobbi ha accennato alla presunta “combine” (così a verbale) rimproverata ad Aldi e ad Alberti per l’elezione di quest’ultimo nel Cda dell’Eoc e per l’elezione a procuratore pubblico di Alvaro Camponovo. Combine di cui però nel rapporto di Petrini non si parla. Come quello penale, anche il capitolo politico dell’affaire Hospita non è chiuso. Basti pensare alle oltre sessanta domande contenute nell’interrogazione che i deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi hanno indirizzato al governo e alla loro richiesta al Gran Consiglio di valutare l’attivazione dell’alta vigilanza.
Ma torniamo alla lettera di Alberti al coordinatore del movimento Piccaluga (con copia a “membri dell’assemblea”, perlomeno agli indirizzi “a me noti”, annota Alberti). Riportiamo integralmente la missiva. “Caro Coordinatore della Lega dei Ticinesi, ho appreso da un tuo messaggio che, per la data del 10 luglio 2025, hai convocato un’assemblea straordinaria. Allo stesso modo ho appreso che all’ordine del giorno vi sarà la proposta della mia espulsione dal Movimento e dunque dall’associazione (Lega dei Ticinesi, ndr). Rilevo – prosegue Alberti – di non aver ricevuto, in qualità di socio, nessuna formale convocazione e neppure altro scritto o comunicazione personale indicante l’argomentazione, ovvero il motivo sulla base del quale sarà proposta all’assemblea la mia espulsione. Gli statuti della Lega dei Ticinesi prevedono l’espulsione solo di coloro i quali si siano resi indegni, con la loro condotta, di appartenervi (art. 8). Circostanza, questa, che io contesto possa essermi attribuita, riservandomi di contestarla anche in sede giudiziaria. Personalmente, mi interrogo piuttosto sui reali intendimenti e obiettivi di una tale iniziativa che, in quanto tale, già risulta oggettivamente gravemente lesiva della mia onorabilità”.
“Da un ventennio – scrive ancora Alberti – appartengo alla Lega dei Ticinesi. Ho sempre riservato al movimento, come a tutti coloro i quali si riconoscono e si adoperano per il perseguimento dei suoi scopi, la mia lealtà e il mio impegno coerente e trasparente, contribuendo così anche al suo successo: ti voglio ricordare che a Bioggio il nostro gruppo in pochi anni è passato da uno a quattro municipali (su sette) con chi scrive eletto ben tre volte sindaco e pure il più votato a livello ticinese”.
Continua Alberti: “Chiedo pertanto di potere ricevere, prima della riunione assembleare e quindi della relativa delibera, un’informazione circostanziata, ossia il dossier completo, inerente alla trattanda in questione e che mi riguarda personalmente. In ogni circostanza e sede intendo e intenderò infatti avvalermi dei miei diritti e in particolare, ora, di quello di essere sentito. Diritto, questo, che la Lega dei Ticinesi, il cui scopo è la promozione di un movimento democratico dei cittadini, non dubito si curerà di garantirmi nelle modalità che richiedo perché io possa fare valere le mie ragioni”.
E conclude: “Inoltre, e mi rivolgo a te che so essere persona estremamente sensibile e rispettosa degli umori della base, tanto è vero che hai menzionato il fatto di ‘essere stato fortemente sollecitato dalla base stessa’, di fare in modo che l’assemblea venga svolta in forma pubblica, affinché anche chi non ha diritto al voto possa almeno partecipare in qualità di uditore. Nell'attesa, ti porgo i miei più cari e cordiali saluti. Eolo”.