Sono trentuno i deputati che hanno (per ora) aderito alla proposta dell’Mps di far chiarezza sullo scambio di dossier tra i ministri leghisti Gobbi e Zali
Contentino del governo e scambio di dossier tra i ministri leghisti. Alla fine le trenta firme, più una (per ora), necessarie per convocare una seduta straordinaria di Gran Consiglio sono arrivate. Lo rendono noto in una mail i due fautori della proposta, i deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi. “Questa mattina – si legge nella comunicazione – abbiamo raggiunto e superato le trenta adesioni (al momento attuale sono trentuno) alla nostra richiesta di tenere una sessione straordinaria del Gran Consiglio che informi e discuta gli aspetti e le decisioni politiche prese dal governo in merito all’attribuzione di competenze nei dipartimenti diretti dai consiglieri di Stato leghisti”.
Mercoledì, lo ricordiamo, al termine di una lunga riunione a Bedretto, il Consiglio di Stato aveva deciso di non dare seguito alla richiesta di Norman Gobbi e Claudio Zali di scambiare la conduzione dei rispettivi dipartimenti, ma di trasferire a tempo alcune competenze. A Zali, che resta alla testa del Dipartimento del territorio, sono passate magistratura e polizia. Il direttore del Dipartimento istituzioni Gobbi prende invece la Divisione delle costruzioni. Ed è proprio su questa dinamica che, a detta dei granconsiglieri dell’Mps, il parlamento dovrà discutere, pur non avendo potere decisionale su una scelta di spettanza del governo.
A sottoscrivere nelle scorse ore la richiesta dell’Mps sono stati i due granconsiglieri del Pc Massimiliano Ay e Lea Ferrari, seguiti dai tre parlamentari del Centro Gianluca Padlina, Claudio Isabella e Giovanni Capoferri. Per un totale, appunto, di trentuno adesioni. Ay, Ferrari, Padlina, Isabella e Capoferri si aggiungono agli altri ventisei deputati che si erano già annunciati negli scorsi giorni. In ordine alfabetico: Giovanni Albertini, Maria Pia Ambrosetti, Raide Bassi, Sara Beretta-Piccoli, Samantha Bourgoin, Alain Bühler, Matteo Buzzi, Yannick Demaria, Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici, Tamara Merlo, Amalia Mirante, Massimo Mobiglia, Sergio Morisoli, Maura Mossi-Nembrini, Marco Noi, Roberto Ostinelli, Giulia Petralli, Aline Prada, Matteo Pronzini, Evaristo Roncelli, Tuto Rossi, Beppe Savary-Borioli, Giuseppe Sergi, Roberta Soldati, Nara Valsangiacomo. Per sostenere la proposta, ricordano infine i deputati dell’Mps, c’è tempo fino al 16 luglio. La lista potrebbe quindi allungarsi ulteriormente nelle prossime ore.
A seduta confermata, a neanche un’ora dalla comunicazione dell’Mps e dopo la sottoscrizione decisiva dei tre deputati del Centro, il Ps fa sapere che “una chiara maggioranza del gruppo parlamentare Ps-Giso-Forum alternativo firmerà la richiesta di una seduta straordinaria”. La decisione, si specifica nella nota, fa capo a una riunione congiunta della direzione e del gruppo parlamentare tenutasi ieri sera, ma il cui esito è stato comunicato, appunto, a cose fatte. “Ci siamo chiesti – viene motivato nel comunicato – se una seduta straordinaria del Gran Consiglio fosse lo strumento adeguato, considerando che l’organizzazione interna del governo rientra pienamente nelle sue competenze e autonomia decisionale”. I socialisti mettono però subito le mani avanti: “Il nostro obiettivo per questa seduta non è alimentare la ‘politica-spettacolo’, né attaccare il governo aprioristicamente (come faranno altri inserendosi nel clima di antipolitica attuale, atteggiamento che indebolisce ulteriormente le istituzioni), ma dare risposte alle cittadine e ai cittadini”. Non solo. Il Ps rimarca che chiederà al parlamento “di rinunciare al ‘gettone’ per questa seduta, così da evitare ulteriori costi a carico della collettività per questo pasticcio provocato dalla Lega”. Ciononstante, i socialisti continuano a difendere l’agire del Consiglio di Stato: “A causa di questo pasticcio, il governo si è trovato in una situazione difficile: riteniamo comprensibile che, per evitare spaccature interne e garantire un funzionamento efficace, sia stato necessario procedere all’unanimità a una riorganizzazione di alcuni dossier”. A non essere condivisa, invece, “la modalità di comunicazione scelta: un comunicato stampa di poche righe non basta a spiegare una decisione così rilevante”.
In vista della discussione in aula, il capogruppo del Ps Ivo Durisch ha pure depositato un’interpellanza urgente dal titolo ‘Riorganizzazione parziale delle competenze in Consiglio di Stato: sarà davvero a favore del Paese?’. Molte le domande all’indirizzo del Consiglio di Stato: “Quali sono le proposte messe sul tavolo per migliorare la magistratura, attanagliata da anni da problemi enormi sia in risorse umane, sia logistiche? Approfittando di questa situazione difficile, non sarebbe ora, dopo molti anni dalla riforma del ‘Lago d’Orta’, che il Consiglio di Stato avvii una seria discussione sulla struttura dei dipartimenti, con una nuova riforma che permetta di migliorare l’azione del Consiglio di Stato e che risponda alle reali necessità del Paese? Le modifiche di competenza delle diverse divisioni che sono state decise toccano solo i due consiglieri di Stato che hanno proposto l’arrocco, oppure si è deciso di procedere con altre azioni finalizzate a migliorare il funzionamento del governo? Se sì, è possibile avere un’informazione più dettagliata rispetto a quanto apparso negli scorsi giorni nella stampa?”.
E il Plr? «Noi eravamo contrari nella misura in cui già l’arrocco, in ogni sua forma, era qualcosa che non si era mai visto. Convocare una seduta straordinaria per noi porta il Gran Consiglio indietro al secolo scorso», commenta il capogruppo liberale radicale Matteo Quadranti. Insomma, «non volevamo aggiungere un’altra stranezza a quelle che vediamo da settimane. Secondo noi, è importante tornare nei ranghi istituzionali dove continuiamo a essere critici verso questo arrocchino. Niente di questo doveva neanche nascere». Ad ogni modo, per Quadranti, «essendo questa responsabilità totale del Consiglio di Stato, se il popolo riterrà che è stato commesso un errore nel 2027 saprà chi votare o non rivotare degli esponenti dell’attuale governo». Quello che interessa al Plr, adesso, è «che questa soluzione stia legalmente in piedi, e che siano sistemati leggi e regolamenti per il corretto funzionamento della macchina». Quadranti continua: «Già assistiamo a un pastrocchio di cui avremmo fatto a meno, il rischio è di trovarci di fronte a ricorsi e contestazioni su chi avesse la competenza o la delega per decidere in settori delicatissimi. Anche per questo, è chiaro che i due ministri leghisti siano rimandati a settembre. Hanno bocciato, adesso vediamo se recuperano in un anno e mezzo».
Ma essere contrari alla seduta straordinaria significa andare in aula a far le belle statuine? «Neanche per idea: abbiamo moltissimi dubbi, già espressi con la nostra interpellanza, e anche durante la seduta straordinaria di cose da dire ne avremo eccome. Il nostro era un no all’istituto, che è un po’ strano e non attuale, non alla discussione e alle questioni da porre».
«Ci chiediamo che senso abbiano i 9mila franchi l’ora che costerà questa seduta, e fatturati al contribuente, visto che la competenza di questo tema è esclusivamente del Consiglio di Stato e non del Gran Consiglio – risponde il coordinatore della Lega Daniele Piccaluga –. Sarà una seduta dove chi si è opposto a questo scambio di competenze deciso, ripeto, all’unanimità dal Consiglio di Stato nell’interesse del Ticino e del funzionamento del governo, continuerà a dire cose già dette e stradette. Una vetrina per gli immobilisti di questo Cantone». Inoltre, riprende Piccaluga, «la sala del Gran Consiglio ci risulta inagibile fino a tutto agosto. Se dovessimo farla in esterna a chi si fatturerebbe il costo extra? A chi ha sottoscritto sta proposta?».
Quanto al Centro, come ci conferma il suo presidente Fiorenzo Dadò, ai deputati è stata lasciata la libertà di aderire alla proposta o meno. «Conosciamo i pro e i contro che comporta questa seduta parlamentare straordinaria», afferma. E spiega: «Da un lato il Gran Consiglio non ha nessun potere decisionale perché è una decisione di competenza del governo». Dall’altro, prosegue, «può però essere un’occasione per il Consiglio di Stato per chiarire il contenuto del breve comunicato stampa in cui annunciava il passaggio di alcuni dossier tra Gobbi e Zali». Dal canto suo, il nome di Dadò non andrà ad allungare la lista delle sottoscrizioni: «Personalmente non credo molto in queste riunioni speciali. Non penso si potrà ottenere granché, proprio perché la competenza è esclusivamente del governo».