Ticino

Willem Dafoe protagonista a Locarno in un film sulla tossicità del potere

L'attore riflette sul suo ruolo in "The Birthday Party", presentato al Locarno Film Festival

6 agosto 2025
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Si può costruire anche un impero, ma "se non si sta attenti, se non si ha senso critico, se non ci si controlla, se non si mantiene un equilibrio ci si dimentica l'intenzione iniziale e si crea un incubo". Willem Dafoe, parlando con "Variety", riflette così sull'ultimo film di cui è protagonista, "The Birthday Party", che sarà presentato domani sera in Piazza Grande al Locarno Film Festival.

Anni '70. Nella sua isola privata nel Mediterraneo, Marcos Timoleon (Dafoe), magnate alla Aristotele Onassis, decide di festeggiare in grande il compleanno della figlia Sofia (Vic Carmen Sonne), sua unica erede.

Muovendosi tra ospiti di ogni genere, ciascuno arrivato al party con i propri obiettivi più o meno velati, Marcos punta a prendere una decisione importante riguardante il futuro di Sofia. Giovane che, però, ha ben altre notizie per lui. Tra di loro lo scontro è inevitabile, così come le sue conseguenze.

Il film, girato a Corfù, è stato scritto (a partire dall'omonimo libro del greco Panos Karnezis) e diretto da Miguel Ángel Jiménez. Nel cast, oltre a Dafoe e Sonne (conosciuta per "La ragazza con l'ago", nominato agli Oscar 2025 come miglior film internazionale), anche la nota attrice spagnola Emma Suárez, che interpreta Julieta, la moglie del protagonista, e Joe Cole, ovvero John Shelby di "Peaky Blinders".

A convincere Dafoe a dire sì a un personaggio come Timoleon è stato il "ricco ritratto" dell'uomo e l'analisi "della tossicità di quel tipo di potere, di patriarcato" che rappresenta. Insomma, è "più di un dramma familiare", tematica che di solito non interessa molto all'attore. Piuttosto, è un vero e proprio racconto che parla allo spettatore pure dei rischi della società in cui viviamo oggi, in cui di miliardari al potere senza troppi scrupoli ce ne sono eccome.

"Parla di ambizione, di eredità - afferma l'interprete quattro volte nominato agli Oscar -. E ciò che ha portato al successo il protagonista è la stessa cosa che lo condurrà alla rovina. È una storia così significativa, affascinante e vera che non mi stancherebbe mai".

Una rappresentazione che supera il rischio di un ritratto macchiettistico del riccone che vuole controllare tutto attorno a sé, persino la propria prole. Lo conferma anche il regista: "Volevo mostrare questa famiglia nel modo più umano e intimo possibile", senza cadere nella tentazione di "ridicolizzarli e giudicarli fin dall'inizio" nonostante egli "rigetti completamente questa casta ricca, brutale, frivola, falsa e egoista".