laR+ vendita e permuta

‘I segretari comunali non devono poter rogare’

La facoltà dei segretari comunali di rogare contratti di vendita e permuta di beni immobili sul territorio comunale non va estesa – come invece chiedeva un’iniziativa parlamentare di Lara Filippini (Udc), che proponeva di portare la soglia massima dagli attuali 2’000 franchi a 5mila o addirittura 10mila franchi – bensì abolita del tutto. È la posizione del Consiglio di Stato, che attraverso un messaggio governativo respinge l’iniziativa democentrista e propone un controprogetto che, come detto, suggerisce al Gran Consiglio di togliere del tutto questa facoltà ai segretari comunali.

I tempi sono cambiati, ‘si lasci ai notai’

“L’iniziativa parlamentare ha il merito di sollevare il tema ed evidenziare l’inadeguatezza dell’attuale quadro normativo”, riconosce l’Esecutivo che però come soluzione propone di andare nella direzione opposta. “Non è una questione di soglia, la Legge ha infatti perso il suo scopo originario visto che dagli inizi del ’900 a oggi i lavori di raggruppamento di terreni e di misurazione ufficiale hanno in generale portato a un importante miglioramento della situazione fondiaria”. C’è poi un quadro giuridico sempre più complesso, che rende la redazione degli atti un lavoro complicato per chi, come i segretari comunali, non ha una formazione specializzata. A occuparsi degli atti pubblici attualmente rogati dai segretari comunali, circa 100-150 l’anno, per il governo dovrebbero essere i notai. “Questi professionisti dispongono di una formazione accademica, sono astretti dalla legge cantonale a una formazione continua e dispongono di una solida e continuativa esperienza nella redazione e pubblicazione di atti pubblici”, scrive il Consiglio di Stato che chiede quindi di abrogare integralmente la Legge sugli atti pubblici stesi dai segretari comunali.