Un'esperienza sensoriale senza dialoghi con Clothilde Courau e Bernard Stamm in una regata sul Lago Lemano
Nella pellicola "Le Lac" del regista romando Fabrice Aragno, in corsa per il Pardo d'Oro nel concorso internazionale del Locarno Film Festival, spicca la presenza intensa dell'attrice francese Clothilde Courau al fianco del navigatore svizzero Bernard Stamm. La coppia si lancia in una regata di diversi giorni e notti sul Lemano.
Scelta audace nel cinema contemporaneo, "Le Lac", primo lungometraggio di finzione del regista neocastellano, si appoggia su una narrazione visiva e sonora, senza dialoghi. "Non è una scelta, è naturale", spiega Fabrice Aragno a Keystone-ATS. Per lui, il cinema è prima di tutto un'arte dell'immagine e del suono, come musica e pittura.
Per questo progetto che va al di là del semplice decoro nautico, il cineasta evoca otto anni di creazione, influenzati dalla pandemia e dalla scomparsa di Jean-Luc Godard. Ispirato da una gara di barca a vela senza assistenza di cinque giorni sul Lemano, il film esplora il confronto tra una coppia, la natura e la stanchezza estrema: "Si diventa animali. Non si dorme più. Si percepisce ogni cosa in modo diverso".
"Esprimere ciò che non riusciamo a dire"
Più che un racconto, "Le Lac" è un'esperienza sensoriale. "Volevo esprimere ciò che non si riesce a dire. È tra le parole che ciò avviene. Tra due silenzi. Bisogna ascoltare ciò che quasi non si sente. Ciò che circola in una coppia, in un lutto, nell'amore." Il silenzio diventa qui linguaggio. La telecamera, un pennello.
Questa esperienza intima si ricollega a una riflessione pittorica: "Tutti i pittori sono rimasti sulla riva, io volevo entrare nel quadro". Friedrich, Munch, Turner, ma anche Hergé lo hanno ispirato.
Dalla pittura si passa alla letteratura. Duras, Flaubert, von Kleist hanno alimentato il progetto. Aragno ha abbandonato molto presto la struttura tradizionale della sceneggiatura per costruire il suo film a partire da appunti, immagini e frasi significative (la sceneggiatura iniziale è stata accantonata). Questo approccio singolare ha permesso al progetto di essere selezionato dall'Atelier de la Cinéfondation a Cannes nel 2021, subito dopo la pandemia.
Le riprese si sono evolute seguendo l'intuito. Una scena incentrata su un pallone rosso, come nel dipinto di Félix Vallotton (Le ballon, 1899), emerge da un gioco di ombre nel giardino di Stamm.
Bernard Stamm, da marinaio ad attore
Aragno cercava un attore svizzero, ma non riusciva a immaginare due attori per una simile regata su una barca a vela. Ha notato per caso il navigatore svizzero Bernard Stamm, contattandolo per dei provini.
"L'ho chiamato pensando che fosse in mare aperto. Era in un centro commerciale. Siamo partiti per Brest (Francia) con Clothilde Courau e il mio assistente. Abbiamo girato i provini in una serata. È stato perfetto".
Una colonna sonora come materia viva
Il lavoro sonoro occupa un posto centrale. Non c'è musica illustrativa, ma un paesaggio sonoro: venti, soffi, respiri. Una materia viva.
Da una prima versione di quattro ore e mezza, Aragno ha estratto un film denso di un'ora e venti minuti. "Solo la mano che cancella può scrivere", dice citando Meister Eckhart.
La proiezione, in prima mondiale, è prevista per giovedì alle 14:00 al Palexpo (FEVI).