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Incontro tra docenti neoabilitati e Decs: soluzioni per l'immediato, riflessioni per il futuro

Colloquio tra Decs, delegazione di abilitandi e Vpod: c'è l'apertura del Dipartimento su misure puntuali e per ridiscutere il sistema di abilitazione

Cappelletti: ‘Il problema è strutturale’
(Ti-Press)
3 settembre 2025
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Un secondo incontro durato oltre un’ora con al centro le richieste contenute nella petizione consegnata lo scorso mese di maggio, quando il caso dei 13 abilitandi di italiano rimasti senza ore al termine del loro percorso di formazione ha acceso il dibattito sul Dfa, l’Alta scuola pedagogica, e il precariato tra i giovani insegnanti. Richieste puntuali, quelle prospettate dal testo del Vpod sottoscritto da oltre 2’200 cittadini, sulle quali il Dipartimento diretto da Marina Carobbio – presente oggi pomeriggio durante il faccia a faccia con il sindacato e una delegazione di docenti neoabilitati e abilitandi – sta entrando in materia e svolgendo delle verifiche. Su alcune misure, secondo il sindacato Vpod, occorre però un impegno più deciso del Decs nel breve termine: un canale preferenziale per le supplenze, l’attribuzione delle ore di incarico solo agli abilitati e la trasparenza nelle assunzioni introducendo una graduatoria e pubblicando i criteri di assunzione. Ci sono poi altre misure annunciate che guardano più in là: l’Osservatorio per calcolare con più precisione il fabbisogno di docenti e la creazione di un gruppo di lavoro per rivalutare il sistema di abilitazione e considerare dei correttivi, «all’interno di questo gremio intendiamo anche tematizzare anche la qualità dell’offerta formativa al Dfa»,afferma il co-segretario Vpod Edoardo Cappelletti.

«Da un punto di vista sindacale, il cantiere che riteniamo più sentito e immediatamente risolvibile è quello dei meccanismi di assunzione. Soluzioni che toccano i neoabilitati di oggi, ma che di riflesso migliorano tutto il sistema scolastico e interessano l’intero corpo docente», sottolinea Cappelletti. «La strada è in salita ma la mobilitazione della categoria ha aperto un dialogo profilato ma costruttivo, che auspichiamo sia la base per l’adozione di misure concrete». Aggiunge il il co-segretario Vpod, «Il Decs ha dimostrato ascolto e un’apertura incoraggiante, ma occorre tenere alta la pressione per monitorare e approfondire gli impegni presi». Per quanto riguarda l’applicazione di molti punti messi sul tavolo, ovvero le rivendicazioni della Vpod su cui il Decs avrebbe preso un impegno, un ruolo importante lo giocano ad oggi le singole sedi scolastiche. Il Dipartimento emanerebbe delle direttive, sta però ai singoli istituti applicarli nella loro attività, ovvero quando cercano supplenti o attribuiscono ore. Sindacato Vpod e Dipartimento si sono promessi di ritrovarsi una volta che saranno disponibili aggiornamento sugli approfondimenti in corso, soprattutto in merito alle procedure nelle assunzioni e alla previsione del fabbisogno docente. «Confidando in un intervento più diretto del Decs, vigileremo affinché le indicazioni per favorire l’attribuzione di ore e incarichi ai docenti abilitati precari vengano davvero rispettate», aggiunge Cappelletti. Ma non solo, «i 13 abilitandi sono la punta di un iceberg, ma il problema è molto più ampio: sono centinaia i giovani disoccupati o sottooccupati che richiedono un sostegno occupazionale. Da questo punto di vista, il Governo gioca un ruolo centrale: servono investimenti per rafforzare la scuola e aumentare le ore disponibili, ad esempio riducendo il numero di allievi per classe».

Ma cosa chiedeva la petizione della Vpod sottoscritta da oltre 2’200 persone? Dieci punti, con richieste precise che partivano da una premessa: “Numerosi docenti neoabilitati e abilitandi al Dfa sono colpiti da carenza di sbocchi professionali, da crescente precarietà occupazionale e da incertezza sul proprio futuro. Le legittime aspettative riposte nell’ottenimento di un impiego della categoria, già formatisi in condizioni economicamente difficili e pedagogicamente insoddisfacenti, sono state disattese. Le attuali problematiche sono causate da un mancato coordinamento tra Decs e DFA, dalla politica di ammissione al Dfa e, più in generale, dall’attuale sistema di abilitazione”. Al Consiglio di Stato, e in particolare al Decs, si chiedeva: la definizione delle prospettive occupazionali dei docenti neoabilitati in base ai pensionamenti e all’evoluzione demografica, unitamente all’allestimento di un rapporto sul precariato della categoria (percentuali di lavoro insufficienti, liste d’attesa, ecc.); modulazione delle classi in modo da evitare la creazione di sezioni con un numero elevato di allievi/studenti e da garantire maggiormente la continuità pedagogica; dovuta considerazione della categoria nell’attribuzione di sgravi orari nelle scuole; la creazione di progetti speciali volti, ad esempio, al rafforzamento delle competenze culturali degli allievi e studenti; un accesso prioritario alle supplenze per i docenti neoabilitati; il ripristino della trasformazione delle supplenze in incarico a partire dalla 17a settimana; la trasparenza nei criteri di valutazione e nelle graduatorie d’assunzione; la possibilità di partecipare all’attribuzione di ore libere nel settore professionale; il diritto di partecipare a concorsi interni presso l’Amministrazione cantonale e – non da ultimo – un approfondimento condiviso con gli attori della scuola per una revisione profonda del sistema di abilitazione.