La consigliera di Stato Ps si esprime dopo la conferenza stampa in cui il governo ha raccomandato un doppio no alle due proposte sui premi in votazione
«Sono stata proponente sia dell’iniziativa per limitare i premi al 10% del reddito a livello federale, sia per quella cantonale in votazione il 28 settembre. Il mio pensiero personale su questa tematica è dunque chiaro». Così si esprime la consigliera di Stato socialista Marina Carobbio che abbiamo interpellato per un commento dopo la conferenza stampa indetta ieri dal governo ticinese per comunicare la propria posizione sui due oggetti cantonali in votazione a fine mese, vale a dire l’iniziativa popolare legislativa generica ‘Esplosione premi di cassa malati: ora basta! (Iniziativa per il 10%)’ lanciata dal Ps e quella della Lega dei ticinesi denominata ‘Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!’.
Per l’esecutivo – presentatosi davanti ai media con tre esponenti, il presidente Norman Gobbi, il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa e quello del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta – sono da bocciare entrambe le proposte in quanto avrebbero un impatto finanziario tra Cantone e Comuni di 400 milioni (300 quella socialista e 100 quella leghista) definito «insostenibile» per le casse pubbliche. Il governo ha inoltre sostenuto che queste iniziative sposterebbero solo il vero problema – identificato nei costi della salute, che fanno aumentare i premi di cassa malati – senza risolverlo.
«Come medica, come politica e come cittadina – riprende Carobbio – ho sempre sostenuto che occorre agire per frenare l’aumento dei premi e dei costi sanitari che gravano sulle spalle delle cittadine e dei cittadini. Ciò significa anche rivedere il sistema di finanziamento dei premi malattia. Il Consiglio di Stato ha espresso le sue raccomandazioni di voto. Per me rimane evidente che occorre trovare il modo di arrestare la crescita dei premi e, parallelamente, di realizzare una cassa malati unica e pubblica con premi proporzionali al reddito, il solo modo per permettere a tutte e tutti di avere un accesso finanziariamente equo e sostenibile alle cure».