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Professioni sanitarie: per la prima volta una quindicina di candidati ticinesi

Alla prova d'ammissione nelle tre sedi dell'Università dell'Insubria. Ma negli ospedali italiani c'è sempre carenza di personale infermieristico

Sanità e formazione
(Ti-Press)
14 settembre 2025
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C’è un numero preceduto dal segno + nei dati (quelli restanti sono invece fortemente negativi, come vedremo più avanti) relativi al concorso per l'ammissione ai corsi di laurea triennali delle Professioni Sanitarie: il test nelle tre sedi dell'Università dell'Insubria (Varese, Como e Busto Arsizio) si è svolto nei giorni scorsi. Per la prima volta alla prova si sono presentati una quindicina di candidati ticinesi, soprattutto donne. Ciò lo si deve al fatto che dallo scorso 1° aprile gli studenti della Confederazione Elvetica, anche se in possesso di un diploma di scuola media superiore estero, sono equiparati ai cittadini di Paesi Ue. Questo a seguito di una decisione presa dal Mur (Ministero dell'università e della ricerca) estesa anche a Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Repubblica di San Marino e Santa Sede.

I candidati ticinesi hanno sostenuto la prova presso le sedi di Como e di Varese, quelle più facilmente raggiungibili, oltre che con maggiori specializzazioni. Le buone notizie finiscono qui, in quanto tutti gli altri dati correlati al corso di laurea triennale in Infermieristica, figura professionale sempre più determinante per il funzionamento delle strutture ospedaliere italiane, sono negativi. Confermano una tendenza iniziata nel periodo del Covid, che si è accentuata nel corso degli ultimi anni, accentuando una carenza di personale infermieristico, molto avvertita negli ospedali pubblici della fascia di confine, per via della fuga di paramedici verso il settore privato e soprattutto verso il Canton Ticino.

Chi con l'entrata in vigore dal 1° gennaio 2024 della nuova fiscalità dei frontalieri, cresciuta in modo sensibile, aveva previsto un calo della fuga Oltreconfine ha dovuto ricredersi. Il numero di frontalieri occupato nel settore sanitario ticinese è in continua crescita. Si ha l'impressione che non si siano tenuti in debita considerazione i benefici fiscali per i nuovi frontalieri: pagando le tasse in Italia, nella dichiarazione dei redditi possono dedurre molte spese, comprese quelle sanitarie. Un aspetto sottovalutato. Anche quest'anno (dato più che atteso in quanto si pone nel solco di una tendenza che ha incominciato a manifestarsi con il Covid) coloro che si sono presentati alla prova (numero inferiore rispetto alle domande) non copre il numero di posti messi a bando. A fare i conti con questo andamento è soprattutto la sanità lombarda, incominciando dalle strutture ospedaliere della fascia di confine.

In Lombardia quest'anno le domande sono state 1'416, rispetto alle 1'555 del 2024, a fronte di posti disponibili in crescita: 2'088 (2025) contro i 2'083 dello scorso anno. Percentualmente i numeri più negativi arrivano dall'Università dell'Insubria, dove a fronte di 249 posti disponibili (100 a Varese, 99 a Como e 55 a Busto Arsizio) le domande sono state 175, solo 156 coloro che si sono presentati alla prova. Segnali chiari di come la professione infermieristica professionale abbia perso attrattiva per i giovani diplomati e i fattori sono diversi: si va dagli stipendi bassi ai turni di lavoro pesanti, che rendono difficile conciliare vita lavorativa e familiare, fino alle poche prospettive di fare carriera. Così al progressivo aumento dei posti disponibili negli atenei italiani, voluto da Regioni e Ordine professionale, non è seguito un numero di candidati. L'aspetto retributivo, come spesso ripetuto nel corso degli anni, è particolarmente avvertito nella fascia di confine, dove lo stipendio medio lordo è di 35mila euro all'anno (1'600 euro netti al mese), a fronte di 62mila franchi lordi all'anno in Svizzera (5'000 franchi al mese, 3'500 netti al mese, per cui più del doppio rispetto ai salari italiani: quanto basta per comprendere il motivo per cui la fuga in Ticino del personale paramedico continua).

E sul versante economico la situazione non è destinata a cambiare. Degli incentivi previsti da Regione Lombardia a favore del personale sanitario (medici e infermieri) operante nelle strutture pubbliche non c’è traccia. Il Pirellone insiste a sostenere che con i proventi della ‘tassa sulla salute’ saranno finanziati bonus a favore di medici (600 euro mensili) e di infermieri (300 euro mensili). ‘Tassa sulla salute’ difficile da applicare, tanto che continua ad essere al palo. A breve però gli infermieri riceveranno aumenti di stipendio e arretrati derivanti dal nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Sanità 2024-2027, con un incremento medio di 172 euro lordi mensili e 220 euro netti per chi lavora nei Pronto soccorso. Per il triennio 2022-2024 gli infermieri riceveranno arretrati per 5'500 euro lordi per recuperare i mancati adeguamenti contrattuali. Nella fascia di confine è accentuata la gravissima situazione abitativa. A Como l'esplosione delle case di vacanza (il capoluogo lariano è in cima alla classifica italiana) rende impossibile trovare una casa a canone accettabile. La conferma di una situazione drammatica arriva da un dato che si commenta da solo: in provincia di Como mancano 256 insegnanti di sostegno, solo 12 posizioni sono state coperte. Non si presentano in quanto non hanno una casa in cui abitare.