laR+ Locarno Film Festival

Piazza Grande è di Emma Thompson

Tra guanti, laghi gelati e nonne del Minnesota, l'attrice ha raccontato l'importanza di personaggi femminili forti

(Keystone)
8 agosto 2025
|

Faceva quasi fresco, questa sera in Piazza Grande quando Emma Thompson è stata accolta da un lungo applauso. Quantomeno non c’era il caldo del pomeriggio nell’affollata sala stampa quando l’attrice ha quasi espresso rimpianto per il lago ghiacciato e il «freddo che ti afferra come il metallo» della Finlandia, dove il film è stato in parte girato. Quando poi ha preso il ventilatore portatile alla figlia Gaia Wise, l’incauto giornalista che il giorno prima aveva chiesto di spegnere l’aria condizionata per il troppo rumore si è sentito sopraffatto dai sensi di colpa e ha chiesto l’anonimato alla redazione. In Piazza, per fortuna, è bastato sventolare un po’ il discorso che, nel ricevere il Leopard Club Award, ha letto in buon italiano.

L’incontro con la stampa non ha riguardato solo questioni climatiche – dal numero di guanti usati durante le riprese ai tentativi dei sub di «farci affondare nel lago quando eravamo dentro una muta asciutta e i nostri costumi» –, ma soprattutto il personaggio interpretato da Emma Thompson. Perché sì, fare un film d’azione a 66 anni può essere «semplicemente stupido» ma a suo modo è un segno dei tempi visto che un personaggio femminile così forte e indipendente era raro, al cinema. Non nella realtà, visto che il regista Brian Kirk e il cosceneggiatore Dalton Leeb hanno spiegato di essersi ispirati «alle molte donne straordinarie che ci hanno» in Minnesota e in particolare Dalton si è ispirato alla figura di sua nonna. «Trent'anni fa, quando stavo iniziando – ha spiegato Emma Thompson –, la mia prima domanda che facevo ad autori e registi era: chi è l'eroina femminile? Cosa fa? Perché in questo momento mi identifico ancora con Marlon Brando, e non sono felice di questo. Non voglio neanche essere nella stessa cosa, fare le cose che fa Marlon Brando solo con i capelli lunghi. Sono stufa del fatto che ora chiamiamo “azione femminista” semplicemente le donne che fanno le stesse cose che fanno gli uomini».