laR+ Locarno Film Festival

Il silenzio della giuria

Indiscutibile o quasi il Pardo d'oro, ma le scelte paiono un risultato frutto di alchemiche discussioni che hanno tolto lo sguardo ad altri film

A bocca asciutta ‘Sorella di Clausura’, il film più vivace del Concorso
17 agosto 2025
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E finalmente i Pardi! Il Festival di Locarno 2025, anno 78, ha trovato i suoi vincitori. La Giuria del Concorso internazionale, guidata da Rithy Panh, ha confezionato un palmarès che ha posto una pietra funerea sulla bellezza di questa competizione, un risultato che pare frutto di alchemiche discussioni che hanno tolto lo sguardo ad altri film. Indiscutibile il Pardo d’oro – Gran Premio del Festival e della città di Locarno a ‘Tabi To Hibi’ (Two Seasons, Two Strangers) del giapponese Sho Miyake, bello ma non all’altezza siderale dell’altro film giapponese ‘Yakushima's Illusion’ di Naomi Kawase, ma il premio a Miyake è una scelta culturale vera.

Il Premio Speciale della Giuria è andato a ‘White Snail’ di Elsa Kremser e Levin Peter, film che vince il Pardo anche per la migliore interpretazione ai suoi interpreti esordienti: Marya Imbro e Mikhail Senkov, un segnale che la Giuria ha voluto consolare il film di Kremser e Peter per il mancato Pardo d’oro. In Giuria dev'esserci stata molta discussione, anche perché non essendo previsto un Premio per il miglior attore e quello per la miglior attrice, il riconoscimento resta unico. La Giuria ha invece sfornato un altro Pardo per la migliore interpretazione a Manuela Martelli e Ana Marija Veselčić per il potente ‘Bog Neće Pomoći’ (God Will Not Help) di Hana Jušić. Così ci troviamo ad avere quattro migliori interpreti, una manna attoriale, forse dovuta alle due attrici in Giuria che non hanno ceduto alla compensazione per il Pardo d’oro.

Impossibile non dare un premio al libanese Abbas Fahdel per ‘Tales of the Wounded Land’, unico film fischiato al Festival perché per qualcuno, evidentemente infastidito, avrebbe avuto il coraggio di raccontare la verità sulla violenza israeliana che toglie futuro a tutti anche nel Libano meridionale: a Fahdel è andato il Pardo per la migliore regia. Almeno una Menzione Speciale è andata a ‘Dry Leaf’ di Alexandre Koberidze, uno dei film che ha illuminato il Festival, forse ci voleva coraggio per dargli un premio maggiore. Per questa Giuria si potrebbero chiamare in causa gli scambi di figurine: io do un premio a questo e tu dai due premi all’altro. Il resto è silenzio, non solo su Naomi Kawase, ma anche sul film più vivace del Concorso, ‘Sorella di Clausura’, con la splendida Katia Pascariu, trentacinquenne di oggi senza lavoro e senza amore.