A proposito dell'editoriale pubblicato oggi sulla prima pagina de ‘laRegione’ e intitolato ‘Non c’è più religione’, posso assicurare che no, non si tratta di un atto di sfiducia, anzi. Patrick Rusconi e il vicesindaco liberale-radicale di Bellinzona, Fabio Käppeli, si confrontano regolarmente, a volte con opinioni diverse, riguardo a questioni politiche comunali e cantonali. Fin dall'inizio della mia presidenza della Commissione della gestione, il mio lavoro è stato sempre trasparente e sincero con il vicesindaco. Abbiamo avuto numerosi confronti sulle questioni finanziarie e, sebbene ci siano margini di miglioramento limitati, abbiamo la possibilità di ottenere risultati a medio termine attraverso un lavoro accurato.
Il rapporto della Gestione sul Preventivo 2025 e la risoluzione proposta dalla commissione medesima (votata a larga maggioranza dal Consiglio comunale) sono il frutto di un lavoro meticoloso e approfondito da parte di tutti i membri. Come presidente mi sono occupato di dirigere le sedute, di trovare le giuste sinergie e di presentare un documento e una risoluzione che riflettono il pensiero e l'operato della maggioranza della commissione.
Rammento che spesso si tende a pensare che il capodicastero Finanze sia l'unico responsabile dell'andamento dei conti, ma non è così. Tutti i municipali sono coinvolti nell'esercizio finanziario, con il sindaco a capo. Questo avviene anche a livello cantonale. Essere il capodicastero Finanze è un ruolo di grande responsabilità, ma non dev'essere visto come il parafulmine per le azioni dei propri colleghi. Fabio Käppeli sta svolgendo un ottimo lavoro e col sottoscritto c’è un'eccellente intesa, collaborazione e disponibilità reciproca.
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Scopo del mio commento, lo ribadisco, era segnalare un cambio di passo a Bellinzona rispetto al passato. Sfiducia o no, Patrick Rusconi sia durante la campagna elettorale 2024, sia poi assumendo la presidenza della Gestione, sia nel contesto del Preventivo 2025, ha detto ciò che pensava e ha compiuto ciò che riteneva andasse fatto smarcandosi dalle vecchie forme di ossequio e riverenza verso il capodicastero del suo stesso partito. Bisogna dargliene atto.
Marino Molinaro