laR+ I dibattiti

Allocchi irresponsabili istituzionali 

Non ho mai visto nell'economia privata un'azienda in difficoltà che procede a cambiare il capo delle finanze con quello della produzione perché entrambi non hanno raggiunto i loro obiettivi. O partono o vengono licenziati. Sembra che nel pubblico questo non valga. È sufficiente la dichiarazione che si ha ancora voglia di assumere nuove sfide nell'interesse del Cantone e rilanciare l'attività governativa, che tutto si sistema. Non elencherò i dossier ancora aperti e quelli fallimentari dei due direttori di dipartimento: altri lo hanno già fatto, aggiungerò, per la cronaca, la gestione del dossier LIA (legge che mirava a valorizzare le competenze delle aziende indigene per rapporto alla concorrenza da Sud e Nord) voluta e dichiarata assolutamente legale nei confronti del diritto superiore dal già giudice del tribunale cantonale e allora ancora direttore del Dipartimento del territorio che oggi sembra in partenza. Al primo contraccolpo (ricorso) Zali salta dal carro attribuendo a chi doveva applicare la legge (quindi il nero sul bianco e non viceversa) di essere stati troppo ligi nell'esecuzione... In considerazione degli "obiettivi raggiunti" i due vogliono scambiarsi i dipartimenti. Non ho mai visto che uno scambio di situazioni con la lampada rossa, porti al verde. Ma c'è dell'altro a mio modo di vedere, il rispetto e la responsabilità istituzionale. Come si fa a sostenere senza neppure arrossire che si sono informati brevemente, in fine seduta, i colleghi di governo; pubblicare sul bollettino del partito la notizia e pubblicizzarla come se fosse cosa fatta in occasione della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario. I restanti colleghi di governo sono stati messi davanti ai fatti compiuti. Sorprende come questi ultimi si siano limitati a dire di voler approfondire la cosa. Mi sarei aspettato un rinvio al mittente della richiesta e confermato che è solo il Consiglio di Stato competente nella distribuzione dei dipartimenti e non i partiti e interessi elettorali di bottega. Indipendentemente da come finirà la cosa mi chiedo su che base di fiducia reciproca i cinque consiglieri potranno continuare a lavorare collegialmente nell'interesse del paese. Paese dove una grossa fetta di cittadini fatica ad arrivare a fine mese e aspetta risposte concrete dagli eletti e non solo il trasloco di cadreghe! Questa storia darà un colpo di più alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni a tutto danno della democrazia. A meno che 50 cittadini vogliano raccogliere le firme, conformemente all'art. 120 della legge sui diritti politici e chiedere la revoca del Governo. Tutti a casa, si riparte di nuovo! Io ci sono!