laR+ I dibattiti

‘Moon&Stars’ e Locarno: occasione per un confronto aperto

Si apra un tavolo di discussione, il futuro dei concerti va discusso nel rispetto dell'economia, ma anche della città e di chi la vive

(Ti-Press)

Il ricorso contro il bando per l’assegnazione del centro cittadino ai futuri organizzatori di “Moon&Stars” ha suscitato numerose reazioni. I commercianti di via Ramogna hanno consegnato una petizione con 600 firme, la Scia ha scritto una lettera aperta. La politica si è subito schierata con l’indotto economico. Il messaggio è chiaro: “Non si può mettere a rischio un evento così importante”.

Senza entrare nel merito del ricorso, in questa contrapposizione – dove chi solleva dubbi viene bollato come “solito noioso” – rischiamo di perdere di vista l’essenziale. “Moon&Stars” è una manifestazione popolare. Crea svago, attira turisti. Non va sminuita. Ma il suo successo, come le ricadute economiche, non giustificano tutto.

Ogni estate Piazza Grande e il centro diventano irriconoscibili. Palchi, tribune e “foodtruck” addossati agli edifici storici ne limitano visibilità e accesso. I portici sono chiusi da barriere, i giardini Pioda ridotti ad area di carico e scarico. È davvero questo il prezzo dell’indotto? Il Municipio ha ragione a voler garantire continuità ai concerti. Ma non può farlo trascurando vivibilità, estetica, accessibilità e diritto della popolazione a godere dello spazio urbano. Il fatto che le strutture siano temporanee non le rende neutre: l’impatto è tale da esigere una riflessione architettonica e spaziale.

L’interesse pubblico non si misura solo in scontrini battuti o camere d’albergo occupate. Anche il Festival del film ha annunciato il pensionamento dello schermo, della biglietteria e del padiglione di Piazza Magnolia: esempi virtuosi di architettura temporanea integrata nel territorio. La petizione che chiede di salvaguardare questo approccio – attraverso il suo simbolo più riconoscibile, lo schermo – ha raccolto 7’000 firme. Nel silenzio della classe dirigente.

Il Municipio, che si è detto aperto al dialogo, apra un tavolo. Ma non solo con le associazioni economiche. Servono anche esperti di urbanistica e architettura, e rappresentanti della cittadinanza. Il futuro di “Moon&Stars” va discusso nel rispetto non solo dell’economia, ma anche della città e di chi la vive ogni giorno.