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La bici è un veicolo e va tassata

Nel 2013 ho deprecato l'abolizione della targhetta della bici. Funzionava benissimo con abbinata assicurazione RC. Ne lodarono i vantaggi persino alle camere federali, ma tuttavia la abolirono per adeguarsi ai tempi o meglio alla EU. Da allora regna il caos assicurativo e la bici è trattata alla stregua di mobilio domestico. Gli oneri e i rischi per i ciclisti a ben calcolare sono stati superiori. Ma il divano non circola sulle strade e non provoca danni a terzi. Nel frattempo siamo stati invasi dai motociclisti elettrici. Pur spatentati dovrebbero essere equiparati ai conducenti di motorini ormai più lenti ma obbligati a circolare con targhe e casco integrale e a identificare il loro veicolo. Benvenga quindi una vignetta o contrassegno comprendente l'assicurazione obbligatoria. E lo stesso valga per tutti gli svariati elettrificati congegni ammessi sulle strade e nel contempo persino sui marciapiedi. Anche le biciclette usano le strade e come ciclista ritengo debbano pagare una confacente vignetta di circolazione, differenziata e più cara per i più problematici pesanti e potenti veicoli elettrici. Stupisce che una associazione come Pro Velo che difese la targhetta ora si schieri contro la vignetta. Siamo sommersi da pseudo biciclette finanche incentivate, che sono performanti veicoli a motore elettrico, con batterie critiche per l'ambiente che contribuiscono ai rincari elettrici domestici, anche di chi non le usa. Gli introiti servano in generale per le strade che alla fine devono essere accessibili anche alle biciclette. Lo spazio è prezioso, si facciano corsie per le bici e non altri costosi fronzoli e si evitino sprechi inutili, come il ponte di spada milionario fra Dino e Cagiallo solo per le biciclette e saranno quelle elettriche!