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Un ‘Cern’ per l’IA a Lugano?

Quando negli anni 50 del secolo scorso a Ginevra fu fondato il Cern, l’Europa stava vivendo un esodo di scienziati verso gli Stati Uniti. Nel corso delle guerre mondiali il Vecchio continente aveva perso il suo primato tecnologico. Incertezza e pessimismo dominavano le discussioni politiche non molto diversamente da quello che succede oggi. All’epoca era la fisica il settore di punta, ora sono i large language model e le intelligenze artificiali generative. Le notizie che arrivano da Est e da Ovest sembrano rendere il ritardo europeo nell’IA sempre più incolmabile. Nel secondo dopoguerra le circostanze dovevano essere anche più disperate, eppure scienziati e politici non si sono fatti intimorire: l’Europa si è unita per fondare un centro europeo di fisica nucleare.

L’idea di realizzare un Cern anche per l’IA appare sempre più spesso nelle discussioni di settore. Il nostro continente ha ancora i talenti e le conoscenze per recuperare il terreno perduto, ma sono necessarie più infrastrutture di calcolo. Solo unendo le forze si possono raccogliere le risorse finanziarie sufficienti. La Svizzera può rivestire lo stesso ruolo nell’IA come è successo con la fisica? Lo scorso anno a Lugano è stato inaugurato Alps, uno dei più potenti supercomputer del mondo. Il Ticino ospita diverse istituzioni nel campo dell’IA, tra cui le più significative sono l’Idsia e il Cscs dell’Eth, a cui si deve Alps. Sono il nucleo su cui costruire qualcosa di più grande? A ogni modo, se questo centro di ricerca non sarà realizzato in Svizzera, dovrà sorgere da un’altra parte, perché l’IA è in Europa per restare. E se qualcuno pensa che un centro istituzionale non sia il luogo adatto per queste iniziative, bisognerà ricordare che, tra i successi del Cern, c’è anche la nascita del World Wide Web.