Il 2 aprile del 2020, mio papà Bruno se ne andava nel modo peggiore che mai potessimo immaginare. Sono trascorsi 5 anni da quel giorno, ma ancora qualcuno mi deve delle scuse, che ho sempre più volte chiesto invano e che ritengo mi siano dovute, a me e a tutti coloro che in quei giorni alla Casa Anziani di Sementina, hanno perso il proprio caro in maniera tragica. Sì, perché è stata una vera tragedia!
Perché forse poteva anche andare in maniera diversa, perché forse si sarebbe potuto lavorare e proteggere decisamente meglio i nostri cari.
È stato anche celebrato un processo che ha stabilito quale pena per le negligenze riconosciute agli accusati una multa, a mio parere di poco conto, che gli stessi accusati non hanno però accettato.
Ma è comunque più facile nascondersi dietro un dito, far finta di nulla, lasciare che la memoria vada nel limbo, che il tempo passi e che la gente dimentichi. Si può anche perdere tempo, contestando sentenze dei tribunali, anche per questioni di poco conto, spostando l’attenzione della gente. Ecco io vorrei che nessuno dimenticasse ciò che è successo, vorrei che la giustizia facesse il suo corso, vorrei che gli interessati, e non parlo solo dei tre accusati, facessero mente locale con la propria coscienza.
Sarebbe stato più facile lasciar perdere, ci ho pensato parecchio, ma ritengo che non sia nemmeno giusto non agire perché “tanto non cambia nulla”.
E certamente non cambierà nulla, purtroppo, tutto questo verrà ancora presto dimenticato. Io però ci tenevo a ricordare il mio papà, e vorrei ancora che nell’animo della gente, di quelle persone che onestamente dovrebbero sentirsi prese in causa, ci fosse quel pizzico di umanità, di empatia, di responsabilità e di umiltà. Sarei soddisfatta di ricevere delle scuse, sarebbe un grande gesto dovuto e di onesta maturità.