Ho letto con interesse lo scritto “La scomoda verità dietro al debito pubblico” pubblicato su questo giornale il 14.5. Posso facilmente condividere che un elevato debito pubblico è un’ipoteca che pagheranno le generazioni future. Vale però la pena di analizzare anche l’altra verità sul debito pubblico, cioè i veri motivi che ne provocano l’aumento. Nel nostro Cantone, ogni qualvolta che i conti chiudono in parità o con un leggero positivo vengono applicati degli sgravi fiscali, sempre a favore degli alti redditi. Questo provoca inevitabilmente il ritorno nelle cifre rosse. Si operano allora dei tagli, in particolare sugli aiuti sociali, per risanare i conti, il che provoca un peggioramento della situazione dei più bisognosi e, di conseguenza, un aumento dei costi del sociale. È un circolo vizioso che aumenta il debito pubblico e peggiora la situazione di chi è già in difficoltà. In un’economia sana, il settore pubblico dovrebbe agire in controtendenza, cioè abbattere il debito nei periodi di “vacche grasse” e investire nei periodi di “vacche magre”, in modo da aiutare l’economia. Ma noi facciamo il contrario e continuiamo a peggiorare la situazione. Contrarre debiti può essere una cosa positiva per l’economia, a condizione di rimborsarli quando la situazione lo permette, invece di fare sgravi fiscali.
Allora chiediamoci: vogliamo uno Stato in grado di aiutare l’economia nei periodi di crisi, o uno Stato che partecipa al peggioramento della situazione quando l’economia arranca?