Due iniziative, due approcci diversi: una vuole fissare un tetto massimo del 10% del reddito per i premi di cassa malati, l’altra propone di renderli integralmente deducibili dalle imposte. Ma quale conviene davvero ai cittadini? Con il limite del 10% il calcolo è semplice: basta confrontare reddito disponibile e premi pagati. L’effetto è chiaro soprattutto per redditi bassi e medi, i più colpiti dai premi in crescita.
Diverso il discorso per la deducibilità totale. Oggi esiste già una deduzione dei premi assicurativi, combinata con quella degli interessi dei capitali a risparmio, ma con un tetto massimo. Con e-tax è facile vedere quale è la differenza tra premi effettivi (dopo eventuali sussidi) e quanto riconosciuto nella dichiarazione; con l’iniziativa della deduzione, quella differenza (se differenza c’è) andrebbe semplicemente sottratta al reddito imponibile. Con il modulo C si può anche simulare l’effetto sulle imposte. Se però la nuova deduzione si aggiungesse a quella attuale, il vantaggio andrebbe quasi solo a chi ha redditi elevati: in pratica, uno sconto fiscale per chi non ha difficoltà a pagare, mentre per chi non ha capitali a risparmio, cambia poco o niente. Per chi compila la dichiarazione cartacea la verifica è meno immediata, ma non difficile. Il risultato delle mie simulazioni resta privato. Ma invito tutti a fare la prova: potreste scoprire che la proposta più vantaggiosa non è quella che pensavate.
Il mio Sì convinto andrà all’iniziativa che fissa il tetto del 10%, perché tutela chi fatica davvero. E sarà altrettanto deciso il mio No all’alternativa che privilegia chi non ha problemi con i premi, non porta niente ai bisognosi e riduce il gettito fiscale.