In riva al Ceresio bisogna tornare indietro di ben 20 campionati per vedere l’ultimo trionfo nazionale. Bisogna tornare indietro di due decenni per vedere del vero Hockey, fatta eccezione per qualche sprazzo di sole in questa nebbia di confusione.
La campagna promossa dal Club in vista delle partite contro l’Ajoie, al termine della scorsa stagione, è stata l’apice dell’imbarazzo che questa società ha toccato negli ultimi anni. Chiedere a tifosi con abbonamenti pluridecennali di venire a sostenere la squadra perché “siamo una grande famiglia” o perché “uniti nel momento del bisogno” è stato ridicolo.
Ridicolo pretendere ancora una volta il sostegno laddove sono mancati trasparenza e rispetto. Non perché non amiamo il Lugano, anzi, proprio per questo motivo.
Coraggioso da parte di una società che negli ultimi anni ha portato sempre meno rispetto ai sopracitati tifosi che sostengono, sia pagando gli abbonamenti che con la loro presenza in pista, questi colori. Coraggioso perché ogni anno le premesse sono le migliori e poi abbiamo visto come va a finire. Coraggioso perché ci vuole coraggio a chiederci di venire a guardare la finale dei playout, perché non è questo il Lugano che NOI meritiamo.
I risultati negativi inanellati nelle ultime stagioni, con ben tre partecipazioni ai playout, sono il frutto della mancanza di pazienza e di progetti, di idee e di continuità. Una dirigenza senza filosofia e una Presidente troppo tifosa ci hanno fatto fare troppo spesso una decisamente poco bella figura al cospetto di un campionato che, negli stessi anni nei quali noi stiamo naufragando, cresce.
Non siete voi che pattinate, ma siete voi che dite come pattinare: grazie Consiglio d’Amministrazione e grazie Presidente.
Ora stiamo a vedere se quest’anno la minestra avrà un sapore più gradevole.