Swiss Olympic

I primi cento giorni di Ruth Metzler-Arnold

L'ex consigliera federale, ora a capo del movimento olimpico svizzero, traccia un bilancio dei suoi primi cento giorni al governo dello sport elvetico

8 aprile 2025
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Sessant’anni, lucernese, consigliera federale da 1999 al 2003 (Ppd), Ruth Metzler-Arnold è da cento giorni alla guida del governo dello sport elvetico.

Che bilancio traccia di questi primi mesi?

Tutto è cominciato bene. Ho avuto il sostegno dei miei colleghi del Comitato esecutivo e di tutti coloro che operano per Swiss Olympic. Cerco di essere presente almeno un giorno alla settimana alla Casa dello Sport di Ittigen: dobbiamo essere più presenti nello sport di base.

Ci sono state sorprese, positive o negative?

Quella positiva è la velocità con cui i progetti di cui parlavo in campagna elettorale hanno già preso una bella forma. Inoltre è stata capita l’importanza di sgravare l’amministrazione di alcuni dei suoi compiti. Nulla, invece, è stato negativo.

Il Consiglio federale auspica una riduzione del contributo allo sport: saprà convincerlo a ripensarci? Esiste un piano B?

Bisognerà attendere il dibattito parlamentare. Se verranno decisi tagli, non ci saranno piani alternativi. Mi auguro che i fondi destinati a Gioventù e Sport non subiscano alcuna riduzione: farlo sarebbe un grave errore.

Cosa le suscita la prospettiva di ospitare le Olimpiadi invernali in Svizzera nel 2038?

La questione non è sapere se i Giochi saranno attribuiti a noi oppure no, bensì se saremo davvero in grado di presentare una candidatura. Ci stiamo lavorando in modo intenso. Io credo che le Olimpiadi possano creare uno slancio positivo. Avrebbero ripercussioni non solo sugli sport inseriti nei Giochi olimpici e paralimpici, ma avrebbe effetti molto più profondi a livello di entusiasmo per l’intero Paese e sulla società. Tecnicamente, a essere candidate sono sempre – autonomamente - le città. Ma, secondo il nostro concept, noi saremmo comunque i primi a presentarci davanti al Cio per sostenere qualsiasi candidatura elvetica.

Quest’anno, ma anche negli anni seguenti, in Svizzera avranno luogo numerosi eventi importanti. Ha senso?

Se si considera il numero di Campionati Europei e Mondiali che si svolgono quest’anno in Svizzera, è senz’altro una cosa positiva per il nostro Paese. Il rischio è che ce ne siano realmente troppi. Dovremmo cercare di coordinare al meglio il nostro impegno e spalmarlo nel tempo, in modo che i diversi sport non entrino in competizione tra loro, non solo in termini di finanziamenti pubblici, ma anche in termini di sponsor, volontari, ecc. Tuttavia, ho scoperto che a livello internazionale tali eventi vengono talvolta assegnati con breve preavviso. Questo rende più difficile pianificare con diversi anni d’anticipo. In futuro cercheremo dunque di rendere il tutto il più razionale possibile.