Il ticinese, malgrado qualche contrattempo, stabilisce i propri personal best nel nuoto e nella corsa
Andrea Alagona ha affrontato il suo 70.3 al Challenge Cesenatico nella categoria Pro con determinazione, una gara ricca di colpi di scena, ma anche di soddisfazioni personali, fra spallate in acqua, inseguimenti in bici e una corsa finale da record. Nel nuoto, una partenza ‘a fuoco’, segnata da contatti ravvicinati con altri atleti, nel tentativo di guadagnare le prime posizioni fin da subito. «Ero partito bene – racconta il ticinese – ma davanti a me c’era un atleta lento e ho subito sorpassi da entrambi i lati».
Solo dopo la terza boa, nel tratto più lungo, Andrea è riuscito a trovare il ritmo e a superare alcuni avversari. L’intuizione di agganciarsi al gruppo di testa poco prima della quarta boa ha salvato una frazione iniziata nel caos. La transizione tra nuoto e bici con la corsa di 300 metri verso la zona cambio è stata un’altra occasione per guadagnare posizioni, ma una scelta strategica ha pesato più del previsto. «Ho messo le calze in T1, come faccio di solito, ma in quel momento ho capito che era un errore: ho perso secondi preziosi. La prossima volta le calze potranno aspettare!».
La strategia sulla bici era chiara: testa bassa e massima spinta. Alagona ha vissuto una fase di inseguimento continuo. Intorno al 30° km, uno degli episodi chiave: viene superato dallo svizzero Patrick Cometta, che lo stimola a tenere alta l’intensità. Poco dopo, una curva mal segnalata cambia tutto. Andrea sbaglia traiettoria, quasi cade, e perde il contatto con l’avversario. Da quel momento, ha dovuto stringere i denti, affidandosi al misuratore di potenza e alla tenacia.
A circa 8 km dall’arrivo, superato da due atleti, rispettando le consegne del suo coach ha deciso saggiamente di gestire le energie in vista della corsa. Per l’allenatore, la frazione in bici è quella più lunga e meno visibile, e non poter seguire l’atleta da vicino genera una certa ansia. È solo con l’arrivo in T2 che finalmente si può tirare un sospiro di sollievo, sapendo che tutto è andato bene e che la parte finale può essere seguita con più controllo.
Nella tratta a corsa, Andrea ha trovato un ritmo solido e costante, attorno ai 3’25”/km. Il caldo e la scarsa ombra sul percorso hanno messo alla prova la tenuta mentale, ma lui ha saputo resistere, chilometro dopo chilometro. «È stata una corsa ottima, 10-15 secondi al km più veloce dell’anno scorso», spiega.
Termina poi l’ultima frazione con grande forza e determinazione, chiudendo in 8ª posizione assoluta, ma con la consapevolezza di aver dato il massimo e un personal best sia nel nuoto che nella corsa.