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Tanta carne al fuoco nel primo anno di Andrea Siviero

A colloquio con il presidente della federazione elvetica, impegnato in una serie di progetti per sviluppare la palla a spicchi in Svizzera

Anche se formalmente Andrea Siviero è diventato presidente il maggio scorso, il suo lavoro presso Swiss Basketball (Sb) è di oltre un anno. Un lavoro, prima dietro le quinte per capire l’insieme, poi in piena attività per cercare nuove vie che possano portare a una maggior visibilità e credibilità del prodotto basket, dal mondo regionale a quello nazionale e, perché no, internazionale. In questi ultimi due mesi si è prodigato a informare a 360° tutti i club per portare avanti il suo progetto.

Presidente, a che punto siamo?

Penso che stiamo andando verso una nuova struttura che, mi auguro, diventi più efficace. In particolare iniziamo dalle due Camere, quella dello sport che definirei di massa (Associazioni regionali e cantonali) e quella dello sport d’élite comprendente le squadre maschili e femminili dalla Serie A alla Prima Divisione.

Partiamo dalla prima...

È composta da 40 delegati che solitamente votano all’Assemblea generale, ma sinora il loro apporto era abbastanza neutro: ora vogliamo che ci sia una commissione di presidenti che raccolga, nel suo interno, tutte le osservazioni e le modifiche che vengono dal basso e, dopo averle elaborate all’interno delle associazioni, arrivano all'assemblea generale (Ag) con proposte concrete e già discusse. Una procedura più agile e più concreta per modificare scelte di varia natura.

Per lo sport d’élite?

Innanzitutto ci sarà una separazione fra club maschili e club femminili: sono due realtà “diverse” che hanno dinamiche e contenuti differenti e quindi non ha senso che siano accomunate. Ci saranno quindi due commissioni formate dai presidenti dei club, ma solo 20 di loro avranno diritto di voto all’Ag. In questo modo potranno discutere tutte le questioni tecniche legate alle loro leghe e saranno loro a chiedere le eventuali modifiche in Ag. Anche il basket femminile avrà un suo spazio autonomo. Entrambe le commissioni potranno fare proposte relative a calendari, stranieri, manifestazioni e altro ancora.

Una scelta condivisa?

Tutti quanti sono stati informati sia nelle Associazioni regionali (Ar) sia nei club d’élite, proprio a Montreux lo scorso weekend. Il 7 giugno, all’Ag si voteranno questi e altri progetti.

Per esempio?

Ad esempio il progetto di rilancio della Serie A, maschile e femminile, basato su 7 punti:

- Alzare il livello tecnico dei club;

- Sviluppo delle infrastrutture;

- Allargamento del prodotto basket;

- Sviluppo delle sponsorizzazioni;

- Sostegno finanziario;

- Visibilità e media;

- Governance.

Un programma ambizioso che ci vede già impegnati su diversi piani. Per esempio, con l’Ufficio federale per lo sport puntiamo ad avere normative perché si costruiscano palestre con le misure Fiba. Con Swiss Olympic cerchiamo sinergie con il volley e la pallamano; a livello di infrastrutture puntiamo a sviluppare la costruzione di palazzetti con il sostegno della Fiba: in questo ambito a Nyon e Lugano sono in costruzione, Ginevra e Losanna si stanno attivando e pure progetti sono previsti a Monthey e Neuchâtel.

L’aiuto ai club come è inteso?

Cerchiamo delle piattaforme che possano abbassare i costi: ad esempio un’assicurazione infortuni uguale per tutti, per abbassare i costi che sono alti; stesso discorso per le casse pensioni e per avere un servizio di trasporti a livello nazionale, così da abbassare le spese delle trasferte in bus. Poi, ovviamente, ogni club vi potrà aderire o meno, ma i vantaggi finanziari sarebbero evidenti.

E sul piano mediatico?

La televisione nazionale costa tra i 60'000 e i 70'000 franchi, coperti dal nostro sponsor “la Mobiliare”. Abbiamo rinegoziato il contratto e avremo, nei prossimi due anni, la trasmissione di partite del campionato e dei playoff, senza restrizioni. Ciò vuol dire che potremo vendere il prodotto anche ad altre emittenti, permettendoci ulteriori introiti. Inoltre, avremo una migliore qualità, con il passaggio da 30 a 60 immagini al secondo, e con un numero maggiore di telecamere negli avvenimenti clou.

E poi c’è il passaggio da Losanna a Macolin del Centro nazionale.

Esatto: per ora al maschile, avremo un numero maggiore di atleti, 16 rispetto ai 12, scuole che si possono seguire nella propria lingua e un risparmio, a partire dal secondo anno, di circa 200'000 franchi. Questo perché il primo anno, di solito, presenta un deficit di circa 150'000 franchi che viene coperto dalle nostre riserve. Più avanti, penso fra un paio d’anni, vedremo se sarà possibile un identico progetto per il settore femminile, anche se la “massa critica” è certamente inferiore, per cui dovremo valutare come si svilupperà il settore in questi due anni.

Come si evince, tanto ottimismo non può che dare stimoli a tutto l’ambiente. Il basket ha bisogno di maggiori certezze per crescere e i club devono lavorare di comune accordo per arrivare agli obiettivi che possono essere certamente la salvezza del basket svizzero. Se non si comincia a remare tutti assieme, lasciando perdere le diatribe da oratorio, non si potrà crescere.