Il doppio trionfo friborghese a Montreux visto alla lente: questione (anche) di soldi: chi più può spendere... Con le conseguenze del caso per le altre
Se mai ce ne fosse bisogno, il duo Elfic e Olympic ha confermato quanto ci si aspettava, ovvero vincere le Final Four della Coppa della Lega di Montreux.
Partiamo dalle donne, dove l’Elfic non ha lasciato scampo alle vallesane del Troistorrents, vincendo con 32 punti di scarto: chiuso il primo tempo sul 43-38, si poteva pensare a una gara tirata sino alla fine. Quando invece le burgunde hanno innestato la quarta, le vallesane non han più visto la palla: 42-14 il parziale del secondo tempo, un abisso che evidenzia come nel campionato femminile sono un complesso che non teme rivali, neanche il Nyon che insegue a poche lunghezze può pensare di battere le ragazze di Gaspoz in una serie.
In campo maschile le semifinali sono state diverse. L’Olympic ha faticato più del previsto per venire a capo del Neuchâtel. La squadra neocastellana, che abbiamo visto due settimane fa giocarsi l’overtime contro il Lugano per vincere la gara, ha reso vita dura a Nottage e compagni. Merito anche di aver limitato l’avversaria che non ha trovato la sua giornata migliore al tiro. Senza storie invece la seconda sfida fra Ginevra e Nyon, vinta con 11 punti di margine da Zinn e compagni.
La finale è stata ben giocata e, vogliamo sottolinearlo, ben diretta, con quell’intelligente tolleranza del trio arbitrale che dovrebbe esserci sempre sui nostri campi: nessun atteggiamento sopra le righe, puntuali i dialoghi e anche alcuni sorrisi, utili a sdrammatizzare quella che deve sempre rimanere una sfida sportiva.
La partita è andata a strappi, come avrete potuto seguire sugli schermi, con l’Olympic a prendere il largo fino a un +21, prima di ritrovarsi l’avversaria a soli due punti a 3 minuti dalla fine. Poi la maggior qualità della squadra friborghese ha di nuovo preso il largo e la tripla di Kovac per il +10 a un minuto dalla fine ha sanzionato il risultato finale.
Se andiamo a confrontare queste finali con quanto si vede in campionato, appare chiaro come le differenze fra le prime della classifica e le ultime siano molto evidenti. Possiamo dire che le prime quattro squadre hanno un roster di 10-12 giocatori di qualità, anche se non si può prescindere dalla qualità degli stranieri. Infatti la differenza fra uno straniero che costa cinquemila dollari e quello che ne costa duemila è molto grande. Poi, a dire il vero, può capitare che una squadra becchi sul mercato il giocatore che costa poco ma che si dimostra un ottimo acquisto, come è stato lo scorso anno del Lugano che aveva trovato in Battey e Hammond due signori giocatori che sapevano fare la differenza a tutti i livelli.
È evidente che la forza finanziaria di un club ha, da sempre, il suo peso sul prodotto che viene portato in campo. Anche perché permette di avere sotto contratto i migliori svizzeri e, non bastasse, avere anche i soldi per prendere le promesse delle squadre più deboli, come il caso di Dell’Acqua. E ciò non fa che aumentare il divario fra le une e le altre: ma se le più deboli, a forza di prosciugarsi o di essere prosciugate, dovessero sparire, che campionato avremmo? Pensateci, gente, pensateci.