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Il futuro del Riva e una gioventù sempre meno incline ai sacrifici sportivi

Proseguire con la A o chiedere di ritornare in B? È il quesito al quale la dirigenza dovrà rispondere nelle prossime settimane

Molto dipenderà dal numero di giocatrici svizzere a disposizione

Nell’intervista della scorsa settimana, all’interno dell’articolo sulla stagione del Riva Basket, la presidente Califano faceva un’analisi delle possibili scelte che spettano alla società: in particolare, ed è l’aspetto più importante, se continuare in serie A o chiedere di tornare in serie B. La risposta dipende molto dal numero delle giocatrici svizzere che saranno a disposizione per la prossima stagione. Come ci diceva la presidente, alcune ragazze andranno oltre Gottardo per frequentare l’università, una farà un Erasmus in Spagna, mentre alcune ragazze che hanno lasciato all’inizio di questa stagione potrebbero rientrare, ma il condizionale è d’obbligo. Avere 10 giocatrici svizzere deve essere una condizione essenziale per poter lavorare bene durante gli allenamenti, e questo è un aspetto che il coach Bassani ha sottolineato più volte. Troppi allenamenti fatti a ranghi ridotti hanno rallentato la crescita delle giocatrici, tolto competitività negli allenamenti e tutto questo ha inciso anche sulle prove delle due straniere, pur considerando che non erano dei fenomeni. Ma è chiaro che se hai dei limiti e in più non ti alleni al massimo, anche la tua crescita rallenta per non dire che peggiora.

Il settore giovanile è sempre stato ben gestito dal Riva Basket e ha sempre portato giocatrici in prima squadra, come si è visto anche nelle ultime stagioni. Però, occorre pur dirlo, ci sono poche giocatrici che oggi vogliono impegnarsi tre o quattro sere alla settimana a favore del basket: vi è la scuola, certamente, ma vi sono anche molti altri interessi che comportano scelte più facili e questa è una situazione che non è solo del Riva, ma è di tutta la Svizzera e non solo. I sacrifici da fare nello sport sono tanti e la voglia di andare in palestra o su un campo da calcio è sempre messa a confronto con i social network, con le amicizie, con la voglia di… non stancarsi. Se poi si deve fare panchina, si dicono che “allora tanto vale”, fregandosene di sapere che tutti quelli che hanno praticato sport ad alto livello, dalla panchina ci sono passati e per tante ore. Anche questo aspetto evidenzia come l’interesse per una squadra stia scemando, mettendo sempre sé stessi davanti a tutto. Per ora, comunque, si è capito che le ragazze della U16 non sono tutte pronte a fare il salto di categoria: è chiaro che la società non dispone di un budget tale da permetterle di avere tre straniere come quasi tutte le avversarie, cosa che faciliterebbe una permanenza in serie A. Ripartire dalla B, come è stato fatto tre anni fa, potrebbe essere la soluzione per far crescere le ragazze del vivaio e poi, nel frattempo, economizzare qualche franco per poter avere una serie A perlomeno al livello delle altre. Nelle prossime settimane avremo un quadro migliore della situazione, ma l’importante è che il Riva Basket possa esserci.