Dopo la sconfitta in gara 3 della semifinale per mano del solito Olympic, in casa Massagno è l'ora dei bilanci. Tracciati da coach Cabibbo
È finita in semifinale e col fiatone la stagione della Spinelli in questo campionato di Lega nazionale A. Dopo tre stagioni a lottare fianco a fianco con l’Olympic, uscendone con una Coppa della Lega e una Supercoppa, ma sempre sconfitta in finale dai burgundi, stavolta l’uscita di scena è avvenuta in semifinale. E sempre per mano della stessa indomabile avversaria, per far calare il sipario su una stagione comunque caratterizzata dal colpo di reni nel finale allo stadio dei quarti: le tre vittorie contro il Nyon sono state le ultime di questo campionato, proprio per ribadire che questo Massagno era squadra almeno da quarto posto. Ribobinando il filmato dell’anno agonistico bisogna partire dalle scelte fatte l’estate scorsa, quando a Massagno hanno deciso di ridimensionare il budget, rinunciando a uno straniero e a due giocatori svizzeri di peso o, perlomeno, di esperienza, come Steinmann e Tutonda, cercando però di dare spazio a qualche giovane del vivaio. Un’operazione in linea con le finanze di un club che voleva ricostruire con un certo gruppo di giovani del vivaio. Gruppo che, sull'arco della stagione si è tuttavia dimostrato molto sterile, soprattutto dopo l’infortunio di Koludrovic, ottavo giocatore designato, mentre gli altri han visto poco il campo: Tanakovic, Matic e Karabasic han messo assieme neanche due minuti di media, gli altri praticamente solo panca.
È chiaro che arrivare con soli 7 giocatori a giocarsi il finale di campionato era un’impresa pressoché impossibile, soprattutto al cospetto delle prime tre che vantano panchine lunghe e di qualità. La Spinelli, uscita dal quartetto per le Final Four di Montreux a fine andata, momento infelice per infortuni e altro, è arrivata in semifinale di Coppa: avrebbe potuto ingaggiare un quarto straniero per cercare di arrivare in finale, ma la società, malgrado opinioni divergenti anche nel suo interno, ha scelto alla fine di rinunciarvi. Contro il Neuchâtel, la Sam ha giocato una buona gara, uscendone sconfitta di pochi punti, aumentando il rammarico per non averci provato con uno straniero in più. Poi, recuperati finalmente tutti, o quasi, gli infortunati, ha vinto contro il Nyon con una certa autorità, e trovato in semifinale le forze mentali e fisiche per giocarsela sempre contro l’Olympic. È vero che i burgundi han sempre superato i 90 punti, ma il Massagno ha saputo stare in partita in ogni gara, cedendo solo nei finali anche a causa di energie in calando, come è logico che sia se giochi in sette contro dieci.
Con Salvatore ‘Totò’ Cabibbo, facciamo una valutazione della stagione. Con quale sentimento rivedi la stagione?
Con l’amarezza di alcune sconfitte che potevano essere evitate, magari anche per errori miei, ma anche con una certa soddisfazione per come siamo cresciuti nei playoff. In fin dei conti, abbiamo raggiunto due obiettivi minimi su tre, escludendo le Final Four: le semifinali di Coppa e di Campionato.
Una stagione iniziata in salita...
Ottobre e novembre sono stati mesi difficili perché falcidiati dalle assenze per malattia e dagli infortuni: allenarci in sei o sette non è certamente da squadra di Lna e abbiamo pagato dazio. Ci siamo in parte ripresi, con un’altra caduta dopo l’uscita di Coppa a cui sono seguite due o tre gare giocate male. La sconfitta di Neuchâtel ha inciso anche perché sono ancora convinto che potevamo vincerla, avessimo avuto uno straniero in più come auspicavano in molti... Poi, nei playoff, ho ritrovato tutti e sono stato felice di come abbiamo giocato.
Stranieri a… scartamento ridotto?
Ho cercato stranieri che fossero prima delle brave persone anziché dei ‘crack’, compatibilmente con i denari a disposizione. Humphrey è stato il più regolare, seppur con un rendimento un po’ meno incisivo a livello di carattere. Robertson ha fatto una prima parte di stagione decisamente insufficiente per i bisogni della squadra, riscattandosi nei playoff, anche perché si è fatto trovare molto di più sotto canestro, pur non avendo certamente mani fatate. Morgan, che non va dimenticato che era un rookie, era poco avvezzo al nostro campionato: non avendo un play di riferimento, si è molto spesso ‘perso’ sul campo: è un finalizzatore ma non era capace di gestire il gioco e di attaccare il ferro: inoltre ha avuto grossi limiti difensivi, ritrovando poche volte continuità e punti, per non dire delle semifinali: 9, 8 e 1 punti nelle tre partite non sono certo cifre da straniero.
Martino, Dusan e Marko un po’ ondivaghi?
Martino ha pagato nel finale di stagione il cambio di lavoro che non gli permette più gli spazi che aveva prima per allenarsi e quindi ne ha risentito soprattutto nell’ultimo mese, ma è stato solido per tutta la stagione. Dusan e Marko hanno avuto alti e bassi dovuti a infortuni e per Dusan anche all’anagrafe, per cui andava… centellinato perché fosse efficiente tre volte a settimana.
In compenso c’è stata una crescita esponenziale di Solcà, la nota migliore della stagione.
Juri è stato limitato a lungo dal fatto di rientrare dopo un infortunio. Da gennaio in poi è stato un continuo crescendo e si è rivelato una pedina essenziale nel nostro gioco, arrivando anche a mettere una tripla doppia in una gara, statistica poco comune da noi.
Tra presente e futuro: come è stato il rapporto con la società?
Ci sono stati momenti di chiaro malcontento, come dopo la partita persa a Basilea, ma il finale di campionato ha dato certamente soddisfazione: si è comunque tenuto conto dei problemi avuti a livello di infortuni che hanno minato la costruzione. Guardando al futuro, il mio contratto scade a giugno e quindi vedremo nelle prossime settimane quali saranno le decisioni che il comitato prenderà.
Una Spinelli che si metterà subito al lavoro per cercare di formare una squadra con un certo anticipo, anche per non arrivare a fine agosto con le scelte a volte obbligate dalle ristrettezze di tempo.
Le pagelle
Morgan: chiaramente un uomo poco utile per la Sam, sia in attacco, 14 punti di media, sia in difesa: qualche acuto e molte delusioni. Voto: 3
Humphrey: 20,7 punti di media, 6 rimbalzi, 33 minuti di campo: ha fatto la sua parte senza però essere un faro di riferimento. Voto: 5-
Robertson: quasi 11 rimbalzi di media, 13 punti, di spessore nei playoff dove ha innalzato le medie e l’efficacia. Voto: 4,5
Dusan Mladjan: a 38 anni, 15 punti di media non sono pochi in 24 minuti di campo. Troppi i tecnici presi e qualche partita a vuoto, ma sempre dando tutto. Voto 5-
Marko Mladjan: 10 punti di media sono cifre che testimoniano di una stagione più grigia che rosea. Troppi infortuni e lontano parente di quello degli scorsi anni. Voto: 4+
Martino: da 26 minuti di campo in stagione a 20 nei playoff, ha lottato sempre con grande determinazione, due rimbalzi e 3 assist a gara, è arrivato al limite. Voto: 5-
Solcà: il giocatore migliore nei playoff; 26 minuti e 10 punti in stagione, 35 minuti e 15 punti nei playoff, con 8 rimbalzi di media e 7 assist. Cifre da… straniero (che non c’è). Voto: 5,5
Koludrovic: poteva essere l’ottavo uomo ma gli infortuni l’hanno escluso dalla squadra. SV
Tanakovic, Karabasic, Matic, Togni, Manzambi e Cassano: tutti giovani in prospettiva con pochi minuti di campo e utili agli allenamenti, ma il futuro è alle porte.
Cabibbo: la prima fase di ‘costruzione’ con non pochi ostacoli è stata un’attenuante per un debuttante come head coach a Massagno. Nei playoff ha gestito al meglio la squadra, tenendo testa anche all’Olympic.
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