Lo sloveno apre il gas nel punto più duro del Mur de Huy e si vendica della sconfitta di domenica in Olanda. Bene Schmid e Christen
Nel punto di massima pendenza del Mur de Huy, quando le percentuali sfiorano il 20%, senza nemmeno bisogno di alzarsi sui pedali ha inserito il turbo e se n’è andato a conquistare la sua seconda Freccia Vallone. Tadej Pogacar ha voluto prendersi la rivincita dopo lo smacco di domenica all'Amstel Gold Race e ha preferito non assumersi il rischio di portarsi qualche avversario a ruota negli ultimi metri di salita, quelli che – pur se impegnativi – sono i più “facili” del muro finale che da decenni segna l'arrivo di una gara ridotta al ruolo di classica minore soltanto da un calendario che la costringe a ritagliarsi uno spazio infrasettimanale tra Amstel e Liegi. La facilità con la quale se n’è andato verso la vittoria è apparsa, ancora una volta, disarmante. In poche pedalate ha creato il vuoto alle sue spalle e negli ultimi 100 metri si è potuto rilassare, pur tagliando il traguardo con 10” di vantaggio sugli inseguitori.
L'accelerazione di Pogacar a 500 metri dall'arrivo ha lasciato tutti sui pedali, in particolare Remco Evenepoel che domenica in Olanda era stato l'artefice del rientro sul fuggitivo sloveno. Alle spalle del numero uno mondiale si sono piazzati il francese Kevin Vauquelin (già secondo un anno fa) e il britannico Tom Pidcock della Q36.5. Quinto posto per Ben Healy, l'irlandese che si è mosso subito prima di Pogacar e che, probabilmente, ha indotto lo sloveno a rompere definitivamente gli indugi. Il duello tra Pogacar ed Evenepoel si ripeterà domenica sulle strade della Liegi - Bastogne - Liegi, gara che dal 2021 al 2024 hanno vinto due volte a testa.
Il successo del capitano della Uae è stato largamente favorito dal lavoro svolto negli ultimi chilometri da Jan Christen. L'elvetico si è incaricato di rendere dura la corsa e di selezionare il gruppo principale. Alla fine ha avuto ancora la forza di chiudere al 13° posto a 30” dal compagno di squadra. A meno di una settimana dall'inizio del Tour de Romandie, gara nella quale il 20enne argoviese punta a essere protagonista, il suo è stato un ottimo segnale, soprattutto se si considera che si trattava della prima gara dopo la rottura della clavicola nel mese di marzo. Buona anche la prestazione di Mauro Schmid. Il campione nazionale, già in vista domenica all'Amstel, è rimasto sempre agli avamposti della corsa, anche se sul Mur de Huy non ha potuto contrastare i migliori. Dopo il 15° posto nei Paesi Bassi, ha comunque firmato una top 10 con il decimo rango a 19” da Pogacar.
Niente da fare, invece, per il danese Mattias Skjelmose, vincitore dell'Amstel. In una giornata caratterizzata da pioggia battente fin quasi all'arrivo, il capitano della Lidl è caduto a circa 40 km dall'arrivo ed è stato costretto al ritiro.