Ciclismo

Isaac del Toro, il messicano che infiamma il Giro

Ventun anni e caratteristiche che ricordano Pogacar: basteranno per restare davanti a tutti nella settimana decisiva della corsa in rosa?

Comanda lui
(Keystone)
26 maggio 2025
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Giovane, spavaldo e super talentuoso, il messicano Isaac del Toro con il suo entusiasmo sta dando una scossa al Giro d'Italia. Il suo stile di corsa ricorda quello di tale Tadej Pogacar. Primo rappresentante del suo Paese a vestire la maglia rosa di leader della corsa, il portacolori dell'Uae dopo l'ultimo giorno di tregua prima del rush finale che porterà il plotone in quota, è ancora saldamente in testa alla classifica generale. Ce la farà ad arrivare fino in fondo? È la domanda che accompagna la carovana in rosa fin da quando il messicano è salito in cattedra, domenica scorsa a Siena, punto terminale della nona tappa.

A crederci sono in molti: "El Torito" si è dimostrato "di gran lunga il più forte" di questo giro, secondo il colombiano Egan Bernal, vincitore del Tour de France 2019. Sin qui la sua sembra una cavalcata in scioltezza, arrivata anche a sfiorare l'insolenza, come domenica, quando si è tranquillamente infilato un gilet nel bel mezzo di un passo di montagna dove pure Bernal e Carapaz stavano facendo smorfie di fatica. Ma c’è ancora incertezza sulla sua capacità di affrontare le diverse tappe di montagna che caratterizzeranno l'ultima settimana di gara. "Non lo so, è tutto nuovo per me, sto vivendo un sogno. A volte questo mi rende un po’ nervoso. Ma va bene così: ho solo 21 anni", ripete sera dopo sera in un inglese... da aeroporto, vagamente imbarazzato, il diretto interessato.

La situazione è tutt'altro che semplice per il diavoletto dai capelli castani, che avrebbe dovuto essere un semplice compagno di squadra di Juan Ayuso o addirittura di Adam Yates. E che invece si ritrova sotto i riflettori come parte di una squadra che cerca di puntare su capra e cavoli.

"Juan e Adam sono così forti che dobbiamo giocare con tutte le nostre carte, ma ovviamente pure io ho dimostrato di essere abbastanza bravo", aveva detto domenica sera. In verità, Del Toro è l'unico a essere emerso dal gruppo in questo Giro, dove il suo carisma naturale e il suo stile frizzante ricordano il suo grande maestro alla Uae, Tadej Pogacar, con cui interagisce spesso.

"Credo che lui creda in me. Ma io non sono Tadej Pogacar, lui ha un motore più grande del mio", afferma ancora il 21enne messicano, al quale Pogacar, che si sta allenando, ha consigliato di attaccare durante la tappa di Siena, prima di postare una foto dei due sui social network. In effetti, la fioritura di Del Toro ricorda quella di Pogacar alla Vuelta 2019, dove lo sloveno aveva vinto tre tappe piazzandosi al terzo posto nel suo primo grande giro, per poi vincere il Tour de France l'anno successivo. I due uomini hanno in comune anche l'aver vinto il Tour de l'Avenir, il Tour de France per corridori U23.

Anche l'impressione visiva è inquietante quando Del Toro, come lo sloveno, si china in avanti sulla bicicletta, con il petto eretto, mentre sale. "Qui abbiamo un altro fenomeno", ha dedotto Fabio Baldato, il suo direttore sportivo in questo Giro.