Ciclismo

Il capolavoro di Elise Chabbey, suo il Romandie

A otto piccoli secondi dalla maglia gialla, nell'ultima tappa la ginevrina ha mostrato di nuovo carattere da vendere. ‘Non riesco a crederci’

(Keystone)
17 agosto 2025
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"Non puntavo alla generale, solo alla vittoria di tappa". Queste le parole di Elise Chabbey sabato, che fra le strade del Romandie ha confermato l'eccellente stato di forma del Tour de France (in cui ha conquistato la maglia a pois) mettendo la firma sul trionfo numero uno in carriera nel circuito maggiore. Una performance tutta grinta e attacco, d'altri tempi. Quel piccolissimo svantaggio di otto secondi dalla leader Urska Zigart, inchinatasi allo strapotere della rossocrociata sul traguardo di La Tzoumaz, avrà tuttavia rivisto le priorità della ginevrina e della Fdj Suez. E, infatti, nell'ultima delle tre frazioni della corsa su territorio elvetico, la 32enne ha di nuovo mostrato grande determinazione chiudendo terza e facendo così sua la quarta edizione del Romandie.

A tredici chilometri dalla conclusione il plotone ha riassorbito l'ultima fuga di giornata... Il momento più adatto in cui sferrare l'attacco e cercare di recuperare terreno. Accompagnata dalla spagnola Paula Blasi – impostasi nella cronoscalata di venerdì – la ginevrina si è dunque mangiata l'ultima salita, quella di Antagnes, allungando ulteriormente sulla maglia gialla (che ha sbagliato a imboccare una curva) in discesa. Il successo è finito nelle mani di Blanka Vas, capace di ‘accodarsi’ a Blasi e Chabbey nelle battute finali, ma pure la rossocrociata ha potuto alzare le braccia chiudendo al comando della generale con sette secondi di vantaggio su Zigart e dieci sull'olandese Yara Kastelijn.

La ginevrina si è dunque assicurata la prima vittoria in una corsa a tappe. "Tutto ha funzionato alla perfezione! Ho potuto attaccare nell'ultima salita grazie alla squadra che ha fatto un ottimo lavoro per cercare di rendere la corsa più dura", ha dichiarato. "Non ero sicura che il piano riuscisse: ho detto a Juliette (Labous, ndr) che non mi sentivo al meglio, ma lei mi ha motivata". L'ex canoista, disciplina in cui aveva difeso i colori rossocrociati alle Olimpiadi di Londra nel 2012, ha saputo approfittare di alcune defezioni. Ad esempio quello della connazionale Marlen Reusser e dell'olandese Marianne Vos, ma pure di Katarzyna Niewiadoma. La polacca e altre 29 atlete, ricordiamo, sono state squalificate prima del via a causa di un conflitto fra l’Uci e cinque squadre in merito a un sistema di tracciamento Gps. Questo non diminuisce comunque il valore del successo di Chabbey. "Non riesco a crederci, soprattutto perché nell'ultima settimana ero ammalata. La motivazione di correre in casa dinanzi a tifosi, amici e familiari mi ha caricato", ha concluso.