L’amaro epilogo di sabato non intacca il morale dei ragazzi di Cereda, che forse hanno trovato una seconda prima linea. ‘Ma tutte debbono fare gioco’
Ambrì – Permeabili alla sfortuna, più forti delle avversità. Anche perché, del resto, non è che ci siano grandi alternative, nel combattutissimo sprint che condurrà l’Ambrì a decidere del proprio destino in dieci partite una più pesante dell’altra, che si consumeranno in poco più di un mese intervallato dall’ultima pausa dedicata alle nazionali, in cui i biancoblù dovranno sgomitare per uscire da un lembo di terra che è terra di nessuno, siccome l’undicesimo e il dodicesimo posto a marzo condurranno dritti alle ferie (sempre meglio di chiudere al tredicesimo posto, penserà qualcuno). Tutti pensieri che, nonostante la beffa di sabato contro il Losanna, in una partita che un ottimo Ambrì sembrava avere a portata di mano, non sembrano sfiorare neppure per un istante Manix Landry e compagni. «Capisco che, guardando allo sviluppo delle ultime due partite, in cui segniamo un gol o ne subiamo uno, e immediatamente dopo ne incassiamo o ne realizziamo un altro, la gente si dica che è sempre la stessa storia. Tuttavia, all’interno dello spogliatoio noi vediamo le cose in maniera molto diversa – commenta il québecois, uno dei più attivi sabato, tanto da venir eletto migliore dei suoi –. Infatti, sia a Zugo, sia contro il Losanna eravamo noi in controllo. E più in generale direi che nell’ultima settimana abbiamo mostrato un bell’hockey. Dobbiamo andare avanti in questo modo, semplicemente».
Tuttavia, i risultati dalle altre piste sabato, uniti naturalmente a quello della Gottardo Arena, hanno finito col ricacciare indietro un Ambrì che nell’ultima dozzina di minuti ha pagato care due penalità evitabili e che, a un certo punto, nella classifica aggiornata in tempo reale era ottavo. «Se si guardano ai risultati del weekend, è vero, magari uno si dice che due punti non sono molti, ma in realtà stiamo costruendo il ‘momentum’ su ciò che abbiamo saputo fare nelle ultime uscite, quindi possiamo essere ottimisti – aggiunge –. Non si può pensare solo a quante partite si vincono: io sono convinto che se andremo regolarmente a punti da qui a inizio marzo, quando si chiuderà la regular season, saremo in una buona posizione di classifica. D’accordo i punti, ma è altrettanto importante il modo in cui giochiamo, ed è questo, adesso, che è incoraggiante per noi».
E quando dice noi, Landry penserà anche al suo terzetto, completato da Pestoni e da un De Luca tornato in gol sabato dopo ben ventun partite a secco, nella sera in cui quel blocco, da solo, avrebbe potuto regalare il successo ai leventinesi. Per la più grande soddisfazione di Luca Cereda, che forse adesso può dire di aver trovato la sua seconda linea, dopo quella degli stranieri che non ha più nulla da dimostrare. «Da un lato, ovviamente, è positivo sapere di poter sempre contare sull’estro di Kubalik, Maillet e DiDomenico, ma dall’altro lo scopo non è certo far capire agli avversari che se bloccano la nostra prima linea, hanno già vinto – dice il coach biancoblù –. Quello di sabato è un buon esempio: gli stranieri per una volta non hanno segnato e così ci ha pensato la linea di Manix, Inti e Tommaso. Nell’hockey del giorno d’oggi tutte e quattro le linee devono saper attaccare, ma soprattutto debbono essere difensivamente solide. Poi, è chiaro, ci sono strategie che noi adottiamo in partita, e la stessa cosa fanno gli avversari per complicare il lavoro ai migliori elementi della squadra rivale, ma al di là di questo la nostra idea è mandare in pista quattro blocchi che facciano gioco».
Ciò che forse all’Ambrì ha fatto più male della sconfitta di sabato è che, un po’ come era già successo venerdì a Zugo, quando i Tori si erano portati sul 3-2 al 54esimo, il Losanna ha realizzato il sorpasso a poco più di tre minuti dalla fine, quando di tempo a disposizione per reagire lucidamente ce n’era ben poco. «In verità – aggiunge –, nel finale le cose non vengono mai improvvisate: abbiamo già piuttosto in chiaro cosa dobbiamo fare. Semmai, ciò che cambia è il modo in cui si comportano gli avversari, e questo varia molto da squadra a squadra, così noi avvisiamo i ragazzi su ciò che si debbono aspettare. Venerdì a Zugo era andato tutto bene ed eravamo riusciti a pareggiare senza nemmeno togliere il portiere, sabato sera, invece, purtroppo, no».
E così, alla fine, questa nuova settimana biancoblù va agli archivi con cinque punti sui nove possibili, ben sapendo però che di quei tre avversari, due sono attualmente il primo e il terzo della classe. «Poteva forse arrivare qualche punto in più, ma possiamo comunque dire che è stata una settimana abbastanza buona – conclude Cereda –. Si dice che bisogna prendere una partita dopo l’altra, ma a me vien da dire che da qui in poi si debba prendere un cambio dopo l’altro. Infatti abbiamo visto anche contro il Losanna quanto poco spazio ci sia sul ghiaccio, e a quel punto si può solo dar prova di pazienza e disciplina, senza guardare né troppo avanti, né troppo all’indietro».