Bene per due tempi poi il Lugano si spegne a Zugo. David Aebischer: ‘Una sconfitta frustrante, ma non c'è tempo per i rimpianti’
Chi ben comincia è a metà dell’opera. Certo. Ma il Lugano, pur cominciando bene alla Bossard Arena, e proseguendo nel tempo di mezzo in modo altrettanto promettente, quell’opera la lascia a metà, colando a picco nell’ultimo tempo sotto i colpi di uno Zugo che negli ultimi venti minuti veste i panni di... Toro scatenato, chiudendo addirittura quella frazione con un parziale di 5-0.
Fin lì, fino al rientro sul ghiaccio dopo la seconda pausa, le cose per i bianconeri parevano viaggiare sui binari giusti: capaci di portarsi in doppio vantaggio al terzo cambio della serata (con la prima rete trovata addirittura dopo nemmeno mezzo minuto), e poi ancora di riportarsi nuovamente avanti di due gol nel secondo terzo dopo che i padroni di casa erano riusciti ad azzerare il divario con uno-due nell’arco di 38 secondi, gli uomini di Krupp sembravano avere i mezzi per gestire la situazione. Anche perché, subito dopo aver incassato il 3-4 su una penalità di Mirco Müller, una carica al collo di Kovar ai danni dello stesso difensore bianconero toglie di scena il ceco per tutto il resto della partita e, soprattutto, costringe lo Zugo a giostrare per 5 minuti con l’uomo in meno. Il Lugano non capitalizza quello che ha tutte le parvenze di un match-point e, peggio, a 5 contro 4 subisce anche il nuovo pareggio dello Zugo: «È stato quello il vero punto di svolta della partita: quella penalità non sfruttata e pure chiusa con un gol incassato ha definitivamente spostato il ‘momentum’ nelle mani dei nostri avversari – si rammarica a fine partita, ai microfoni della Rsi, uno sconfortato David Aebischer –. Quel powerplay di 5 minuti era la nostra grande opportunità per ritrovare il filo del discorso, dopo aver accusato il colpo sul loro terzo punto, ma non l’abbiamo giocato bene... Spiace, perché per nei primi due tempi ci eravamo ben comportati».
A quel punto i Tori di Tangnes, proprio come quelli della nota pubblicità della nota bevanda energetica, mettono le ali e la freccia: dopo il pareggio di Muggli, arrivano altre tre segnature (nell’ordine di Olofsson, Hofmann e Künzle) per dare al punteggio la sua forma finale: 7-4. «Se subisci sette reti, non puoi ovviamente sperare di vincere una partita... Perdere così è indubbiamente frustrante, ma non c’è tempo per i rimpianti: dobbiamo scordarci in fretta di questa sconfitta, far tesoro dei suoi insegnamenti e guardare avanti, perché i tempi stringono e ci attendono altre importantissime partite, a cominciare da quella di domenica contro il Langnau. Quello bernese è sicuramente un bel complesso, ma anche noi lo siamo, soprattutto davanti al nostro pubblico: cercheremo di sfruttare anche questo fattore, perché i punti in palio sono importantissimi e li vogliamo conquistare».
A rendere ancora più cupa la serata della Bossard Arena vi sono poi gli acciacchi rimediati da Dahlström nel periodo centrale e Joly nel terzo tempo. Il primo è uscito ammaccato dopo un ginocchio-contro-ginocchio con Vozenilek, il secondo con un braccio dolorante dopo un contrasto di gioco con Künzle. Entrambi hanno chiuso regolarmente la partita, ma per diversi minuti sono rimasti a margine della competizione. La speranza, in casa bianconera, è che i due possano essere regolarmente arruolabili per la delicata sfida con il Langnau.
Approdato alla Cornèr Arena lo scorso ottobre, Dominic Nyffeler resterà a Lugano fino al termine della stagione. Allo stesso tempo il club ha prestato al Coira, tramite licenza B, Leandro Hausheer, che potrà tuttavia essere richiamato in caso di necessità.