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Ambrì, tutto è cambiato. ‘Siamo padroni del nostro destino’

Dopo un sabato sera passato in trincea i biancoblù vanno in pausa al nono posto, a quota sessantadue punti. Pestoni: ‘Ma ce n'è ancora di strada da fare’

Tutta la soddisfazione di Gilles Senn, l’ultimo baluardo. ‘Ma magari, alla ripresa, i portieri aiutiamoli di più...’
(Ti-Press/Crinari)
3 febbraio 2025
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Ambrì – I play-in non li nomina mai nessuno. Forse per scaramanzia. O forse, semplicemente, perché «l’è ammo’ lunga», per dirla con un Luca Cereda appena uscito dallo spogliatoio dopo l’ultimo discorso pronunciato alla squadra prima della tregua imposta dal calendario internazionale. «Cos’ho detto? Sono stato breve – spiega il coach biancoblù –. Ho semplicemente fatto i complimenti a tutti, dicendo che avrebbero dovuto godersi la domenica di riposo perché lunedì si riprende». Alla faccia della pausa.

A proposito di godimento, Inti Pestoni e compagni possono compiacersi per un nono posto in classifica che, per quanto aleatorio sia, fino a un paio di settimane fa era quasi utopia, siccome dopo la sconfitta di Bienne i leventinesi erano terzultimi, appena dieci punti sopra l’Ajoie. Ora, invece, grazie a una settimana da sette punti sui nove possibili la situazione è del tutto cambiata, nonostante un sabato sera asfissiante che s’è però chiuso in tripudio, davanti a un Kloten ben più autoritario quanto si potesse immaginare. «Altre volte una partita così l’avremmo persa – commenta l’ala numero 18 –. Ci è capitato spesso di farci riprendere dopo essere stati in vantaggio a pochi minuti dalla fine, mentre stavolta è andata bene: Gilles (Senn, ndr) ha fatto davvero una gran partita, e i ragazzi che hanno giocato il penalty killing, specialmente nei cinque minuti a cavallo della seconda pausa, hanno lavorato bene. Ciò non toglie che abbiamo iniziato malamente e non siamo mai veramente riusciti a riprenderci. Però ci teniamo stretti questi tre punti: sul piano del gioco cercheremo di far meglio la prossima volta».

Al tirar delle somme, dopo aver fallito venerdì l’operazione aggancio sul Rapperswil, pur scippandogli due punti, vi siete rifatti con gli interessi sui sangallesi, scavalcandoli per issarvi in nona posizione: non potevate chiedere di meglio, prima della pausa. «In fondo siamo dove avremmo voluto essere: l’obiettivo era conquistare il maggior numero di punti possibile prima dello stop. Tuttavia restan sette partite da qui a fine regular-season, quindi ne abbiamo di strada da fare».

Intanto, però, la classifica adesso ha tutta un’altra faccia: sostanzialmente cosa vuol dire? «Vuol dire che siamo padroni del nostro destino – conclude Pestoni –. Se andremo avanti a fare punti, a vincere, non dovremo guardare cosa faranno gli altri e sperare che compiano passi falsi. Insomma, è tutto nelle nostre mani e sappiamo di avere le qualità per farcela: starà a noi lavorare in questi dieci giorni di pausa e riprendere da dove abbiamo lasciato, tornando a giocar bene come avevamo fatto nelle ultime partite prima di quella col Kloten, magari (sorride, ndr) aiutando un po’ di più i portieri...».

L’Ambrì trattiene il fiato per ‘DiDo’

Nonostante un sabato passato in trincea, Cereda dice di non aver mai veramente dubitato che la partita potesse sfuggire di mano. «Per prima cosa il terzo tempo è volato via abbastanza velocemente. Poi –aggiunge il coach – non ho mai avuto l’impressione che stessimo cambiando il modo di lavorare. Già nel secondo tempo avevamo modificato qualcosa per ridare un po’ d’energia alla squadra, poi nel terzo ovviamente abbiamo dovuto rimetter mano alle linee per l’uscita di scena di DiDomenico. Detto ciò, ho sempre visto una squadra serena e tranquilla. Anzi, fin troppo nel primo tempo...».

La carica di ‘DiDo’ ai danni di Aberg quando lo svedese aveva già scoccato il tiro, da ex giocatore tu come la giudichi? «I cinque minuti ci stanno, perché Chris arriva in ritardo e da una zona in cui l’avversario non lo può vedere arrivare (la cosiddetta ‘blind side’, ndr), ma non penso proprio che la sua intenzione fosse di colpirlo alla testa. Interessante è il fatto che la sera prima, a Rapperswil, gli arbitri ci avevano detto che il fallo di Albrecht su Isacco Dotti (a cui è poi stato affibbiato un turno di squalifica preventivo a posteriori, in attesa di giudizio, ndr) non valeva una sanzione da 5’, quindi non avrebbero neppure potuto riguardare le immagini tv. Nel caso di DiDomenico, a quanto pare in un primo momento non si erano pronunciati per la sanzione maggiore, questo almeno è ciò che hanno detto al nostro capitano, ma sono comunque andati a guardare il video: sarà interessante capire cos’è effettivamente successo, così che in futuro anche noi potremo avere le idee chiare».

Ciò che è chiaro, però, è che l’episodio di sabato è finito sotto la lente della giustizia sportiva, dopo che il ‘Player safety officer’ (colui che, per fare un paragone con i tribunali ordinari, in sostanza fa le veci dell’accusa) ha inviato come da prassi le proprie osservazioni al giudice unico, il quale ha poi aperto una procedura ordinaria nei confronti del canadese, e fra qualche ora sapremo se DiDomenico potrà essere sul ghiaccio alla ripresa delle ostilità, la sera di venerdì 14 febbraio in quel di Langnau. Dove sarà un’altra battaglia, c’è da scommetterci.