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Kostner: ‘È stata dura, ma la vittoria ce la siamo meritata’

Grazie a una deviazione velenosa di Maillet a un minutino dal secondo overtime, l'Ambrì manda il Rapperswil in ferie e ora sogna il posto ai playoff

Quando il gioco si fa duro
(Keystone)

Rapperswil – Le mani dietro alle orecchie di Chris DiDomenico, sotto la curva biancoblù, a 1’14’’ da un epilogo che pareva ormai scritto, dicono più di mille parole. Tutta la magia dell’hockey racchiusa in un fotogramma, nel giovedì sera in cui il suo Ambrì e un Rapperswil che a quel punto si vedeva già vincitore scendono sul ghiaccio per giocarsi l’intera stagione in un paio d’ore, o poco più. Un gol, quello del canadese – pur se gran parte del merito va all’astuzia di Tim Heed, la cui improvvisa apertura è di una precisione chirurgica – che riporta in vita un Ambrì che pareva ormai spacciato, dopo il 3-1 di Jensen a 5’24’’. Invece, complice anche il (discusso) 2-1 di Heim all’andata, Kubalik e compagni risorgono all’ultimo, regalandosi l’ennesimo overtime della stagione. Il primo, però, veramente senza appello. E da cui, ancora una volta, la squadra di Luca Cereda uscirà vincitrice.

Eppure, senza sorpresa, sugli spalti e non, è stata una sudata sino alla fine, in un overtime in cui naturalmente nessuna delle due compagini ha intenzione di sbottonarsi troppo, e con il passare dei minuti subentra logicamente anche la stanchezza. Con l’Ambrì che, forte del gol di DiDomenico, comincia il supplementare con il cosiddetto ‘momentum’ dalla sua, ma al sesto minuto è costretto a stringere i denti per una penalità inflitta a Terraneo, che pur senza volerlo mette il bastone tra i piedi di un Malte Strömwall in assoluto il più pericoloso dei suoi, e che anche nell’overtime farà venire i brividi a Juvonen, pur se i suoi tentativi non troveranno mai il bersaglio. Juvonen che, soprattutto, è costretto a compiere un miracolo sul tap-in ravvicinato di Albrecht, negando al centro della terza linea sangallese la gioia del gol che vale più di una semplice vittoria, bensì la prosecuzione di un sogno. Quello stesso sogno che, invece, sarà l’Ambrì a cullare. E nella serata in cui, primo tempo a parte (dove è stato soprattutto il terzetto di Bürgler a rendersi pericoloso), le minacce maggiori sono arrivate dalla prima linea, non sorprende nessuno che a decidere tutto alla fine sia ancora quel Philippe Maillet che già aveva segnato il punto del provvisorio 1-1, e che a poco più di un minuto dalla fine del primo overtime, al 78’44’’, riesce a deviare in qualche modo davanti all’attonito Nyffeler un puck scagliato da lontano da Zgraggen, dopo un tentativo infruttuoso di liberare il terzo sangallese da parte dello svedese Djuse.

Un gol che squarcia la notte di Rapperswil, mentre – logicamente – Johan Lundskog e il suo staff giocano la carta del coach’s challenge, nella (vana) speranza che possa esserci qualche elemento in grado di gettare ombra sul gol leventinese. Di ombre, invece, non ce ne sono: Rapperswil 3 e Ambrì 3, con i ticinesi che superano però l’ostacolo grazie al 2-1 dell’andata. Dopo aver dimostrato di saper far fronte alle difficoltà in due partite oggettivamente complicate, anche perché sulla somma dei sette tempi è stata la squadra sangallese ad aver mostrato le cose migliori, l’Ambrì supera il primo ostacolo sulla strada che porta ai playoff. Già, perché l’obiettivo non può che essere quello, e dopo aver mandato in ferie il Rappi, Grassi e compagni sognano di fare lo stesso anche con il Kloten. «È stata davvero una partita molto combattuta – dice Diego Kostner, ancora con il fiatone –. Entrambe le squadre si sono chiuse bene dietro. Di conseguenza non ci sono state grosse occasioni né da una parte né dall’altra. Al di là di tutto penso che alla fine, sul complesso delle due sfide, abbiamo meritato di passare il turno».

Cosa hai pensato quando vi siete trovati in ritardo di due gol a poco dalla terza sirena? «Non abbiamo perso la fiducia, anche quando il Rapperswil è virtualmente passato avanti nel computo totale delle due sfide. Sapevamo che ci sarebbe bastato un gol per riequilibrare il tutto e rimandare la decisione al supplementare. L’avevamo del resto già fatto proprio qui in stagione, segnando un gol a poco più di un minuto dalla fine dei tempi regolamentari, e stavolta l’abbiamo rifatto, e quel gol ci ha dato lo slancio per affrontare l’insidioso overtime».

E ora c’è il Kloten: «È vero, durante la stagione regolare contro di loro abbiamo sempre fatto bene, ma non dobbiamo illuderci: la stagione regolare è una cosa, la post-season invece tutta un’altra». Ciò che conta adesso, però, è soprattutto che il sogno può continuare. E il sogno è vita.