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Un’ovazione tra musi lunghi e lacrime. ‘È stato un vero choc’

Bagno di folla a Kloten per Ambühl e la Nazionale di rientro dal Mondiale. Fischer: ‘Preferisco essere svizzero e perdere, piuttosto che americano’

(Keystone)
26 maggio 2025
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Kloten – È un colpo allo stomaco talmente forte che è davvero difficile nascondere la delusione, nonostante sia passata una ventina di ore dalla crudele sconfitta, al terzo minuto del supplementare, nella finale di domenica sera a Stoccolma contro gli Stati Uniti. Sono le 18.39, per la precisione, quando un Andres Ambühl che è in assoluto il più osannato e i suoi compagni d’avventura fanno la loro entrata in una Swiss Arena colma di gente per accogliere i vicecampioni del mondo con gli onori del caso. Tuttavia, le facce dei giocatori raccontano in maniera inequivocabile quanto bruciante sia la sconfitta, e non si lasciano trasportare neppure quando la Stubete Gäng – la band che aveva composto il brano che risuonava al Mondiale ogni volta che gli elvetici segnavano una rete – intona dal vivo le note di ‘Richi’.

«Sarebbe stata davvero una favola perfetta – dice Patrick Fischer, nascondendo a stento la propria amarezza –. Eravamo convinti di potercela fare, e quando ci siamo resi conto che invece era finita è stato uno choc». Eppure, da questa nuova sconfitta qualcosa il coach rossocrociato ha potuto imparare. «Quando eravamo stati sconfitto le prime tre volte, nelle altre finali (2013, 2018 e 2024, ndr) ero talmente deluso da decidere di tornare subito in albergo a dormire. Stavolta, invece, ho deciso di uscire, unendomi alla squadra: avremmo voluto tutti vincere l’oro, però i ricordi di ciò che abbiamo fatto rimarranno per sempre, ed è questo che più conta. E – aggiunge, scatenando un applauso fragoroso – preferisco di gran lunga essere svizzero e perdere, piuttosto che americano».

Pur se è uno a cui non piace per nulla essere sotto i riflettori, a un certo punto anche il veterano Andres Ambühl è costretto a prendere in mano il microfono. «Devo fare attenzione a non emozionarmi» dice, senza riuscire tuttavia a trattenere le lacrime. «È cambiato molto rispetto al 2013: allora, quando avevamo conquistato per la prima volta l’argento, l’avevamo festeggiato come se fossimo noi i campioni del mondo. Invece, sia l’anno scorso, sia quest’anno la delusione era talmente grande che dopo qualche birra era già tutto finito, ed eravamo pronti per la prossima battaglia».

Svizzera 2026: ‘L'inizio di prevendita è sensazionale’

In ogni caso, la splendida cavalcata degli elvetici in Scandinavia è stata la miglior pubblicità possibile per i Mondiali 2026, in programma a Zurigo e Friborgo dal 15 al 31 maggio. «L’inizio della prevendita, cominciata oggi, è stato sensazionale – dice il Ceo di Swiss Ice Hockey, Martin Baumann –. L’obiettivo è riuscire a vendere mezzo milione di biglietti, e rendere l’avvenimento un’esperienza unica». Possibilmente, riuscendo anche a salire quell’ultimo scalino che ancora manca. «Sono convinto che quello che avete fatto in queste settimane sia una solida base per ciò che verrà – dice il ministro dello Sport, Martin Pfister –. Questa medaglia è di un argento che brilla, perché si percepisce la passione, il duro lavoro e lo spirito di squadra che l’hanno accompagnata. Quello che avete mostrato sul ghiaccio è stato semplicemente meraviglioso, e il vostro stile di gioco coraggioso, creativo e composto ha affascinato tutti noi».