laR+ Hockey

A Lugano, il desiderio di riscatto fa rima con playoff

Steinmann fissa l’asticella: ‘Poco importa se direttamente o via play-in, ma alla volata per il titolo vogliamo partecipare!’

Presidente, General Manager e Ceo bianconeri
(Ti-Press)
3 settembre 2025
|

Il Lugano vuole i playoff. In un modo o nell’altro. Poco importa se direttamente, ossia chiudendo in una delle prime sei posizioni al termine della stagione regolare, oppure se mettendo le mani su uno degli ultimi due biglietti per il gran ballo per il titolo passando dalla porta di servizio dei play-in. L’importante è arrivarci, senza se e senza ma. A fissare l’asticella sportiva della nuova stagione dei bianconeri, quando al suo ingaggio d’apertura manca meno di una settimana, è Janick Steinmann, che dopo essere sbarcato alla Cornèr Arena nel pieno della bufera sul finire della passata stagione, s’appresta a vivere il suo primo anno completo nei panni di General Manager dei bianconeri.

«La cosa più delicata che ho dovuto fare in questa mia nuova veste? Beh, quella di assistere da fuori alla complicata situazione in cui si era infilata la squadra nel finale della passata stagione, appena catapultato sulle rive del Ceresio. Senza avere più di tanto voce in capitolo e senza poter fare concretamente qualcosa per cambiarla. È stata dura vedere i giocatori quasi in ansia ogni volta che toccavano il disco o a disagio per tutta la pressione negativa che si portavano sulle spalle; un’esperienza che mi auguro non debba più rivivere, né io né il gruppo».

Pronti a voltare pagina. Cominciando appunto dal fissare il primo obiettivo sportivo che gli uomini di Tomas Mitell dovranno inseguire. Nel tracciare i contorni della squadra bianconera che si presenta ai nastri di partenza del campionato 2025/26, Steinamm fa nuovamente un passo a ritroso, ma stavolta fermandosi però al preseason: «L’esito puramente numerico delle amichevoli per me conta poco o nulla. C’erano parecchi aspetti ben più importanti rispetto a questo su cui concentrarci per fare dei passi avanti. Come staff tecnico ci interessava capire come è cambiato e se è evoluto il nostro gioco rispetto alla passata stagione. O, ancora, se abbiamo scelto le persone giuste per fare quel passo avanti a cui aspiriamo, e come queste persone si comportano nel contesto del gruppo... E lo stesso, ovviamente, vale anche per tutto lo staff tecnico: in questa marcia di avvicinamento c’erano parecchi aspetti che volevamo verificare, a tutti i livelli, oltre, ovviamente, a come la squadra si sarebbe comportata sul ghiaccio. Un passo alla volta, cercando di implementare di volta in volta il nostro sistema e le linee guida da seguire. Pronti a correggere il tiro se qualcosa non va nella direzione auspicata. In generale, posso comunque dirmi soddisfatto di quanto abbiamo fatto e di quanto ho visto negli scorsi mesi». A caratterizzare la marcia di avvicinamento alla nuova stagione dei bianconeri è però stata anche una lunga lista di infortuni (l’ultimo della serie è stato Sekac, costretto a gettare la spugna nel secondo tempo dell’amichevole di martedì contro il Kladno). In relazione a questo capitolo, Steinmann relativizza: «Nessuno vorrebbe esserne confrontato, ma gli infortuni fanno parte del gioco. È vero che durante l’estate ce ne sono stati diversi in seno alla squadra, ma è un dato di fatto con cui mi sono già confrontato più volte in passato, nei miei panni di direttore sportivo. Tornando alla nostra realtà, sono però convinto che stiamo intravvedendo la luce in fondo al tunnel, con diversi degli acciaccati che stanno per fare il loro pieno ritorno in squadra, e per l’ingaggio d’apertura della nuova stagione, Mitell potrà contare su un roster quasi al completo».

Vicky Mantegazza: ‘Sono fiduciosa’

«Manca meno di una settimana all’inizio della nuova stagione, la mia quindicesima da presidente del Lugano. Negli scorsi mesi abbiamo lavorato parecchio per gettare le basi per reagire a una stagione, l’ultima, che ci aveva profondamente delusi. Sono state settimane intense, ma che ci permettono di essere qui, a pochi giorni dall’ingaggio d’apertura del campionato 2025/26, con piena fiducia: mi auguro vivamente che tutte le persone che hanno a cuore la nostra società possano condividere dei bei momenti in pista e ritrovare l’entusiasmo e il calore che il tifo bianconero sa regalare alla squadra e a tutto l’ambiente». Fatto il veloce accenno, peraltro doveroso, alla tribolata passata stagione sul piano prettamente sportivo, Vicky Mantegazza fa un passo indietro per ribadire quelle che sono le competenze in seno alla società. «Il Consiglio d’amministrazione stabilisce la strategia societaria, definisce il budget e le linee guida a cui attenersi, valuta e approva i progetti più importanti e verifica i risultati, creando le basi affinché la società possa crescere nel tempo. Ma, soprattutto nello sport professionistico dei nostri giorni, non entra nella gestione quotidiana delle attività che sono affidate al management né alle questioni prettamente sportive».

Un Consiglio d’amministrazione che con la prossima assemblea, convocata a ottobre, cambierà un po’ volto: «Gabriele Zanzi e Claudio Broggini, in Cda dal 2013 e vicepresidente assieme ad Andy Näser dal 2021 rispettivamente nel Cda dal 2015, si non si ripresenteranno per un nuovo mandato. Ci stiamo muovendo per ampliare il numero di membri, affinché tutte le sensibilità possano avere una loro voce in seno al Consiglio di amministrazione: ci piacerebbe avere profili nuovi ma, come detto, la visione strategica è tracciata; la gestione operativa giornaliera funziona e quindi non ci mettiamo né fretta, né pressione. Un argomento che oggi ci tengo particolarmente a mettere a fuoco riguarda il futuro di questo club: l’ho detto in apertura e lo ripeto, per me l’Hc Lugano è una passione e i colori bianconeri continuano ad assorbire ogni giorno una parte importante del mio cuore e dei miei pensieri. La mia volontà è quella di continuare a scrivere nuove pagine della storia della società col mio impegno personale e col mio sostegno. Io personalmente, la mia famiglia e il Consiglio di amministrazione siamo però tutti consapevoli che il contesto sportivo ed economico in cui ci muoviamo richiede risorse finanziarie molto significative. Per essere chiara, ripeto quanto ho già avuto modo di dire in passato: la società è aperta a nuove persone e investitori che insieme a me, insieme a noi, abbiano piacere a mantenere competitiva la prima squadra e allo stesso tempo a garantire un futuro solido e duraturo a un club che dà lavoro a più di 100 persone e permette a più di 400 ragazze e ragazzi di praticare questo sport. Il mio non è un appello, è una precisazione che mi viene spesso sollecitata».

‘Naming’ confermato fino al 2039

Un’altra novità, ed è una novità importante sul piano societario, arriva dal naming dello stadio, di cui proprio quest’anno ricorre il trentesimo dalla sua costruzione. Ad annunciarla è il Ceo Marco Werder: «Da sette anni la ‘casa’ del Lugano si chiama Cornèr Arena, e continuerà a farlo fino al 2039! In anticipo rispetto alla scadenza del primo accordo, la banca, presente sul nostro territorio fin dal 1952, ha infatti deciso di rinnovare il suo accordo per il naming della pista». Al capitolo ticketing, Werder snocciola poi qualche cifra: «La campagna abbonamenti ha portato alla sottoscrizione di 3’808 tessere, per un tasso di rinnovi del 95%: un risultato che, considerata la stagione che ci siamo lasciati alle spalle, non era così scontato. È però vero che in questo campo possiamo e dobbiamo fare meglio, e proprio per questo durante l’anno lanceremo diverse iniziative». Dal profilo prettamente contabile, il budget 2025/26 del Lugano ricalca quello della stagione precedente: «La cifra d’affari della stagione passata era di circa 22 milioni di franchi, e sarà indicativamente la medesima per la stagione che, sportivamente parlando, comincerà martedì prossimo».