Alla Gottardo Arena per la terza volta, nello spogliatoio biancoblù il ritorno di Formenton è un vero affare. E la sua rinascita comincia da lì
Senz’altro qualcuno avrà fatto dell’ironia, sabato, quando un Alex Formenton a corto di preparazione veniva subito gettato nell’arena da Luca Cereda, e nonostante la ventiseienne ala dell’Ontario non giocasse una partita seria da un anno e mezzo, nei primi due cambi della sfida col Losanna s’era già creato più occasioni di tanti dei suoi compagni in tutto il confronto di Langnau, la sera prima.
Quelle dei ritorni inattesi a fine estate sembra ormai essere una costante in Leventina: se la scorsa stagione l’annuncio ufficiale della firma di Dominik Kubalik era arrivato il 4 di settembre, un anno e due giorni dopo è arrivato il comunicato con cui la società ufficializzava il (terzo) ritorno di Formenton alla Gottardo Arena. A quel punto, un po’ come era capitato con ‘Kuba’, agli occhi dei tifosi (almeno) le quotazioni biancoblù hanno spiccato il volo. Pur se, a ben guardare, il ceco e il canadese son due giocatori parecchio diversi: lo dicono i gol segnati (venti in 46 partite per Formenton contro i cinquantasei in 111 match del topscorer ceco), ma soprattutto il fatto che Kubalik è il classico ‘sniper’, dotato di un tiro risolutore e del cosiddetto ‘killer instinct’ che invece il canadese non ha. La giovane ala dell’Ontario porta però in dote una maggior versatilità, e ha l’esplosività, il colpo di pattino e soprattutto l’istinto tipico dei giocatori nordamericani di Nhl, quelli ‘veri’, il cui bagaglio è zeppo delle cosiddette buone abitudini, che fanno loro immediatamente capire dove debbono mettersi e per farci cosa. Un’attitudine che Formenton ha ribadito sin dalle primissime pattinate della sua terza parentesi biancoblù, al netto di comprensibili cali alla distanza, causati senz’altro della mancanza di ritmo e magari anche di fiato.
Viste le premesse, per Cereda e il suo staff avere in spogliatoio un giocatore del genere è un autentico affare, a maggior ragione dopo aver visto le difficoltà che sta incontrando l’attacco in queste primissime fasi della stagione (e dire che il reparto debole, per così dire, avrebbe dovuto essere la difesa). Vale adesso come valeva allora, nel 2022, al suo primo passaggio in Ticino, quando la Federhockey canadese aveva dovuto riaprire l’inchiesta sull’ormai tristemente noto episodio risalente al 2018 e che finirà poi in tribunale, con Formenton che tra i cinque indagati pagò il prezzo più alto, siccome a differenza degli altri non aveva un contratto valido per la stagione successiva. Da lì la scelta di espatriare per la prima volta in Europa – ad Ambrì, appunto –, nel dicembre di tre anni or sono.
Da allora, tuttavia, le cose sono radicalmente cambiate. Anche perché nel frattempo s’è celebrato un processo che ha scagionato tutti gli imputati (in estrema sintesi, dopo che la giudice aveva ritenuto «non credibile, né affidabile» il racconto della presunta vittima), e adesso che pure per i vertici della National Hockey League la situazione è stata chiarita del tutto, dopo una peraltro incomprensibile indagine interna – se c’è la sentenza di un tribunale, che oltretutto nessuno ha deciso di impugnare, che bisogno c’era di cercare oltre, prima di levare la sospensione pronunciata a inizio 2024? –, i vari Michael McLeod, Dillon Dubé, Carter Hart, Callan Foote, e naturalmente anche Formenton, dal 15 ottobre potranno andare a caccia del posto in Nhl, pur se nessuno di loro potrà metter piede in pista prima del 1° dicembre.
A parte che Formenton in Leventina ha un accordo valido sino alla pausa di dicembre dedicata alla Nazionale – il campionato si fermerà dall’8 al 14 per gli Swiss Hockey Games di Zurigo –, dei cinque giocatori di cui sopra, almeno all’apparenza è lui ad avere meno chance di trovare con facilità un posto nel campionato più ricco del mondo. Non soltanto perché è colui che in fondo vi ha giocato meno (109 partite contro le 158 di Foote, le 241 di Hart, le 299 di McLeod e le 347 di Dubé), ma soprattutto perché è lui tra tutti il giocatore rimasto nel frattempo inattivo più a lungo. Certo che, però, se dovesse fare faville al suo terzo passaggio in Leventina, per il ventiseienne nativo di Barrie, sulle rive del Lago Simcoe, il sogno di riuscire finalmente a sfondare in Canada o negli States avrebbe la possibilità di avverarsi sul serio. Per Alex Formenton è questo il principale motivo d’investimento da qui a fine inverno, e alla Gottardo Arena non possono che rallegrarsene.