Dopo il deludente weekend di Coppa Davis, il capitano elvetico analizza il momento particolare degli atleti rossocrociati
Per i migliori tennisti svizzeri, la stagione non è certo cominciata bene, e la netta sconfitta subita in Coppa Davis contro la Spagna sta lì a confermarlo. Contro una squadra iberica peraltro rimaneggiata, i rossocrociati non hanno avuto alcuna chance, ma in fondo non è stata una sorpresa. L'unica consolazione, in questo inizio di 2025, risiede nel trionfo di Henry Bernet nel tabellone junior degli Australian Open. I più grandi invece sono in grave crisi, basti pensare che i sette migliori svizzeri della classifica Atp hanno vinto in tutto soltanto 9 match dall'inizio della stagione, nessuno dei quali sul circuito principale.
Il selezionatore Severin Lüthi spera ovviamente che i suoi atleti ritrovino forma e risultati entro settembre, quando la Svizzera dovrà combattere per mantenere il suo posto nel gruppo mondiale di Coppa Davis. «Ognuno dei ragazzi, oggi, ha qualche problema», dice Lüthi, «ma fra sei mesi, forse, le cose cambieranno». La situazione, per ognuno, è differente: qualcuno ha perso fiducia in se stesso a causa degli scarsi risultati, altri invece hanno noie di salute. Jérôme Kym (Atp 136) è stato molto duro con se stesso, sabato, dopo la sconfitta subita da Roberto Carballes Baena (51), rimproverandosi di non saper fare in partita quanto mostra in allenamento. Il 21enne argoviese, fra l'altro, si è già infortunato più volte. Ciò non gli ha però impedito di guadagnare ben 350 posizioni nella graduatoria mondiale.
«Di colpo, dopo una crescita – spiega il selezionatore rossocrociato –, le attese nei tuoi confronti aumentano, cominci a pensare alla classifica o a chissà cos'altro, e del resto è logico che sia così». Bisogna dunque trovare soluzioni per avanzare. Leandro Riedi (236), ad esempio, è uno che mette troppa pressione su se stesso. Il 23enne zurighese l'anno scorso si trovava vicino alla top 100, ma poi ha subito un'operazione al ginocchio destro. E di recente, a causa di un contrattempo in allenamento, ha dovuto subire un nuovo intervento (allo stesso ginocchio) che lo terrà lontano dai campi per 3-4 mesi. Forse, dice qualcuno, era tornato troppo presto ad allenarsi. «Leandro è uno che spesso pretende troppo», sottolinea Lüthi. «Dovrebbe aggiungere un po' di calma al suo repertorio».
La situazione più indecifrabile è quella di Dominic Stricker (290), vincitore nel 2020 della finale junior del Roland Garros proprio contro Riedi. Pare aver superato i fastidi alla schiena che l’avevano tenuto lontano dai campi per sei mesi, ma in compenso ha smarrito l'abitudine a vincere. In 5 incontri nel corso del 2025, il 22enne mancino bernese non ha vinto nemmeno 1 set! «Al momento mi manca fiducia, è ovvio», ha detto nel weekend a Bienne il diretto interessato. La prossima settimana, a Marsiglia, Stricker giocherà ancora nel circuito Atp, ma poi la sua classifica protetta scadrà, e la sua posizione nel ranking non sarà sufficiente nemmeno per prender parte alla maggior parte dei tornei Challenger. Dovrà dunque dipendere dalle wild card oppure partecipare alle qualificazioni per ritrovare al più resto un piazzamento decente, e non sarà facile per un giocatore come lui, che si trova più a suo agio nelle manifestazioni più prestigiose. «È difficile ritrovare certi livelli», riflette Lüthi, «quando di colpo ti ritrovi su campi marginali e in condizioni difficili». Il selezionatore però sa che il mancino possiede le qualità per ritrovare la retta via. «Per lui ricominciare da zero può essere un'occasione di riscatto, ma solo il futuro ce lo dirà».